LA VIA DEL CARMELO

"Su, coraggio, alzati: non stagnare in una pietà superficiale o in un debole impegno virtuoso. Affrontate decisamente le avversità della notte, salite il sentiero aspro del nulla per attingere l’incandescenza dell’Amore. Sul monte, al di là del nulla-non-Dio c’è godibile per te il Tutto-Dio". (Giovanni della Croce)

leggi prima questa lettera in cui il Maestro Gabriele Mandel ricorda Giovanni della Croce - Apri -

 

 

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La via del niente del Carmelo di Giovanni della Croce (m.1591 in andalusia) si ispira palesemente al sufismo. Asin Palicios individua in Abu Abndallah ibn Abbad (m.1389) la sua fonte per l'identica terminologia. Del resto il santo cristiano visse e studiò in una Spagna che nei sette secoli precedenti era islamica .
Il sufismo è la Via e la Meta. E' la Via dell'Annientamento in Dio (al-fanà) . E' distrazione  la via senza sbocco delle soddisfazioni terrene: il potere, la fama, la ricchezza, l'onore, la comodità... come è distrazione quella spirituale, per guadagnarsi il paradiso, con le stesse soddisfazioni "girate" spiritualmente.

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Il monte Carmelo in Galilea è associato alle gesta del profeta Elia. Su questo monte nel 1200 si riunirono degli eremiti cristiani sullo stile di alcuni ordini sufi in cui gli adepti vivevano certi periodi in ritiro (halveti) di meditazione (fikr) e preghiera o  ricordo di Dio (zikr).

Giovanni della Croce riformò non senza contrasti che lo portarono in prigione, l'ordine dei carmelitani. Suo obbiettivo era riportare la regola al suo fervore originale come Teresa d'Avila fece per l'ordine femminile. La via dell'amore e dell'unione intima con Dio.

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Al di là degli eccessi che sono sempre negativi, il primo passo è la liberazione dalle passioni terrene e dalle illusioni spiritualistiche: La conoscenza dell'ego, del corpo, del principio del piacere (il nafs) permette la convivenza terrena con una sostanza contingente senza esserne ostacolati.
l'energia è dunque libera di esprimersi e l'io di pulire lo specchio dell'anima per riflettere  l'unica realta. Il niente è il tutto. La simmetricità del molteplice è colta sempre nel suo principio unitario dove ogni frammento lo rivela . Esso stesso è il tutto: "Ovunque volgo lo sguardo là vedo Dio..."

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disegni elaborati elettronicamente di n.venturi

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