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DIRITTO NATURALE ?

Ultimamente si è fatto un gran parlare di "diritto naturale" a difesa del modello di famiglia prevalente nell'occidente cristiano, contro l'omosessualità, l'interruzione della gravidanza, l'uso terapeutico delle cellule staminali, e perfino sui preservativi. In altri termini  c'è chi vorrebbe classificare "contronatura" una serie di comportamenti sociali per cui essi dovrebbero essere condannati moralmente e giuridicamente. Come in genere accade quando si vogliono dettare regole  dall'alto dei principi ( dove invece si tratta di condizionamenti genitoriali o tornaconti utilitaritastici ) l'uso dei termini viene manipolato secondo convenienze. Se col diritto naturale si potesse risolvere ogni problema etico si ritornerebbe alla barbarie dove  è il più forte a dettar legge. Del resto il nazifascismo giustificava la guerra ( "nobile e bella" urlava il duce) e la feroce supremazia ( "voglio vedere lo sguardo feroce nei giovani" gridava il Fuhrer) proprio come diritto naturale dei popoli e degli individui. Ci si dirà che  oggi poco è cambiato in quanto l'equazione soldi=potere di fatto lascia il mondo nelle mani dei potentati economici, agli interessi per accumulare sempre più soldi/potere : le guerre si fanno e si disfano in funzione di ciò ma con una sapiente regia che le vuole far sembrare lecite e giuste e che minimizza o reprime chi invece mostra le carte. 

Comunque sia è proprio quando l'uomo ha concepito l'etica oltre il diritto naturale che si può parlare di civiltà: lo ha fatto Gesù in Israele, Maometto in Arabia, il Buddha In india, Confucio in Cina e via dicendo. Gesù poi era proprio quasi incomprensibile per i romani quando affermava l'uguaglianza degli esseri umani, che schiavo e padrone hanno la stessa dignità umana, anzi dando maggiore attenzione ai più sfortunati ( le beatitudini: beati coloro che soffrono, che sono perseguitati...) sovvertiva ogni senso comune se non anche il buon senso. Eppur ancor oggi il concetto di fratellanza ed uguaglianza è contrastato da chi oppone proprio il diritto naturale. Certo è vero, ci sono differenze di attitudini e qualità tra gli esseri umani ma l'etica riesce a cogliere il valore universale da rispettare mettendo come fatto secondario le differenze. Se queste diventano prioiritarie è aperta la strada ad ogni sopruso e al razzismo, verrebbe legittimata la guerra dei forti sui deboli. Lui è diverso, è un peso per me e la società dunque va eliminato ed è con questa logica che omosessuali, malati nella mente e nel corpo, persone con difetti o di altre etnie (soprattutto ebrei) finivano nei campi di sterminio. E tutto ciò come diritto naturale.

Finchè  gode di salute nella mente e nel corpo ogni essere umano dovrebbe interrogarsi sulla provvisorietà dei beni ricevuti e guadagnati  : non ci vuole nulla per perdere tutto. Un incidente stradale ed ecco che il grande atleta è paralizzato per tutta la vita, un ictus o un cancro in un particolare punto del cervello  e quel genio si ritrova a dondolare rannicchiato in un angolo con gli occhi assenti verso l'alto. Eppure, secondo etica, la dignità di questo uomo rimane intatta, quando era in salute e quando l' ha persa.  Viene ancora in mente la parabola dei talenti: ogni bene ci è stato dato e va fatto fruttificare, comunque è nostro solo provvisoriamente. 

Che il "mondo sia dei più furbi" o "dei più forti" può essere in parte vero ( vite comunque che vanno e che vengono, che finiscono come ogni cosa )  ma il mondo fenomenico è un limitato punto di vista sulla realtà.  Questo versetto biblico (  l'Ecclesiaste credo 10: 8, controllate...) "chi scava la fossa ci finisce dentro"  sembra  staccato da ogni buon senso naturalistico  ( se scavo una fossa è per farci cadere il nemico...)  ma invece include una sapienza psicologica antica che Jung seppe riportare in un linguaggio attuale.  Quel che i  buddhisti  concettualizzavano come Karma (che significa  anche il meccanismo di azioni e reazioni corrispondenti che rimangono depositate nella psiche individuale e collettiva ) indica che la realtà umana è più complessa di quella meramente animale ( che pur ci portiamo tutti dentro)e che ci sono leggi di ritmo e simmetria da cui nessuno, neppure il più furbo, si può sottrarre e che danno un senso alle proverbiali parole bibliche "getta il tuo pane alle onde e ti verrà restituito" ( Ecclesiaste 11:1-2). Dal male si ottiene male dal bene bene... Insomma l'etica della fratellanza, dell'uguaglianza, del rispetto  si fonda anche sulla percezione umana di un valore di giustizia e di bene superiore, sulla tesaurizzazione di un mondo culturale e psicologico in cui ogni uomo vive ed opera. Distrutto questo (ammesso ma non concesso sia possibile) distrutto l'uomo, la sua nobiltà che deriva dalle pulsioni di fede, di arte e di civismo.

Lasciano comunque il terreno che trovano le discussioni su cosa è naturale o no. L'etologo potrà evidenziare come l'omosessualità sia in natura tutt'altro che rara, che in diverse situazioni le femmine di molte specie interrompono la gravidanza o rifiutano la prole, che il sesso ( indifferentemente omosessuale ed eterosessuale) in certe specie di scimmie è fatto solo per divertimento e per eliminare lo stress sociale e via dicendo; l'antropologo e l'etnologo  considereranno il mutare del sistema famiglia , dei tabu e dei permessi sessuali secondo i tempi e le culture. Ma rimane il fatto che se io, vuoi per natura vuoi per retaggio culturale, sono attratto dalla bellezza femminile non per questo devo disprezzare chi ha diverse tendenze, se in certi ambienti delle varie religioni che obbligano il celibato l'omosessualità è, per quanto nascosta ,un fatto ordinario non  si può uscirne fuori dichiarandola innaturale semmai , questa volta si, permettendo un comportamento più naturale, lasciando che uomini e donne possano sposarsi e vivere in modo sereno la sessualità.

Cito infine Gabriele Mandel nel suo bellissimo libro "Il Corano senza segreti": " L'Islam è una religione socializzante, che tende all'unità dei fedeli, considerati <<tutti fratelli>> .Sul piano sociale ritiene patrimonio di tutta la collettività l'acqua, i pascoli, il sale, le miniere (ivi compresi i pozzi di petrolio) e il fuoco (ossia tutte le forme di energia). E' chiaro quindi che per l'Islam integrale gli emiri e le famiglie reali che sfruttano i giacimenti di petrolio a titolo personale sono fuori legge, e le loro figlie che si fanno costruire bagni con la cupola laminata d'oro a 24 karati, mentre il popolo non ha una assistenza ospedaliera gratuita, sono fra quelli di cui il Corano dice : i prevaricatori, e quale triste divenire"

Insomma ci sono valori comuni e sociali da difendere e che superano l'interesse di "una" famiglia o di "una idea" di famiglia . Se tra gli animali il capobranco è il più forte o il più intelligente, quello che ha più esperienza, nell'uomo  è ormai chi ha avuto la fortuna o il cinismo di accumulare potere e ricchezza ( senza per questo criminalizzare in sè la ricchezza o l'amministazione sociale che tutto dipende da come è usata )  , egli guida gli altri attraverso l'informazione, la manipolazione dei gusti e delle idee, lasciando ancor più le discussioni sul diritto naturale a vaniloqui teologici e filosofici . Eppur..."i prevaricatori, e quale triste divenire..."

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D)Vi ho scritto per bisogno di un confronto, di una parola derivante dall'esperienza sufi (...) La mia vita è ricominciata quando ho saputo dire di no alla mia famiglia, alla continua riproposizione che bisognava convivere e accettare chi odiavo, i mafiosi, i violenti, i ricattatori. Quindi la sacralità della famiglia non è invece un freno al bisogno di giustizia e di rinnovamento che sta negli individui?

R) La sua domanda non richiede esperienza sufi. Lei mette mette sul tavolo dati già analizzati dalla sociologia e dalla psicologia sociale. Che la famiglia abbia anche una funzione di conservazione di valori (buoni e cattivi indistintamente) è indubbio. Probabilmente il giusto sta nel mezzo,  nell'equilibrio tra esigenze del gruppo e quelle dell' individuo. Se l'asse si inclina troppo sul gruppo (e la famiglia è un gruppo) si verifica un immobilismo sociale ed una perdita di intelligenza (questa si abbassa insieme al senso critico quando l'eggregoro del gruppo è dominante: fare come gli altri, seguire passivamente il capobranco, una dottrina e una tradizione, eccetera) se si inclina sull'individualità si verifica una disorganizzazione e una conflittualità generale che danneggia tutti. Insomma lei è una persona responsabile, faccia le sue scelte, le più utili per la sua evoluzione personale e che siano vantaggiose anche per chi le sta intorno.

 

 

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