Sul mondo moderno

dalle lettere e conversazioni al caravanserraglio

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Non stiamo vivendo un periodo oscuro e drammatico della storia umana?

Ogni epoca porta i suoi lati negativi e positivi, certo è che tutto dipende dalla lettura che se ne dà, dalla interpretazione, dai modelli di base. Una valutazione realistica di un'epoca , quella attuale al pari delle altre, richiederebbe non avere dei parametri ideologici di riferimento, pregiudizi, precomprensioni. Considerare solo i fatti.

Quali sono i dati più più negativi del mondo moderno?

Senza dubbio il fatto che, soprattutto nei paesi più ricchi occidentali, il senso del vivere venga meno. La depressione sta diventando un fatto "normale" , non perché sia normale in quanto tale, ma per la diffusione del fenomeno. In essa sta il sintomo di un malessere diffuso le cui cause non sono se non in minima parte di origine genetica ma ambientali. Nell'ambiente umano c'è qualcosa che radicalmente non va. Sarebbe importante chiedersi perché dove c'è più ricchezza, benessere, vita agiata, successo, aumentano i suicidi e le depressioni. Evidentemente questi valori non sono prioritari per l'uomo e farne un fine significa autodistruzione. La civiltà occidentale vive praticamente solo di questi valori materiali.

Ma esistono altri valori quali la democrazia e la libertà nell'Occidente che non sono materiali!

Dipende da cosa si intende per democrazia e per libertà. Se la libertà si riduce al fare quello che si vuole in quanto si possiedono i soldi per soddisfare i propri capricci si ha una idea ben misera di essa. Eppure nel sentire comune è proprio così: se avessi i soldi sarei libero di...potrei fare...potrei avere...E la democrazia, sappiamo bene, non è concepita come una onesto confronto di punti di vista, di pluralismi al fine di un vantaggio comune ma di opzioni egoistiche che cercano di fregarsi a vicenda. Avendo poteri e soldi si può plagiare le opinioni degli altri, presentare le cose nel modo più conveniente ai propri interessi e fini. Spesso, dietro la parola democrazia c'è insomma  il solito gioco machiavellico di interessi di pochi a sfavore del bene di tutti. In un quadro ingannevole il disagio del vivere è evidente. L'uomo ha bisogno di rapporti onesti e chiari per sentirsi bene.

L'ikikomori è dunque la conseguenza di questo stato di guerra senza frontiere per il successo ed il potere?

Spieghiamoci:  l'ikomori è' un fenomeno sociale del Giappone che colpisce, secondo alcune stime, più di un milione di giovani. Il ragazzo si chiude nella sua camera per anni e non vi esce più. I genitori, vuoi perchè i servizi sociali sono quasi inesistenti, vuoi per quel tradizionale senso di onore famigliare giapponese,  accettano la situazione diventandone complici. L'isolamento è anche l'effetto dell'esasperazione del consumismo e della competizione tipico di una società come il Giappone dove spesso il rapporto umano si riduce al fatto utilitaristico, dove la povertà dei sentimenti crea un deserto nel massimo affollamento delle metropoli. Sono sintomi che dovrebbero mettere in guardia tutti, ma il meccanismo stesso di una società basata sul consumismo fa in modo che il loro senso venga nascosto.

Torna dunque il motivo della depressione?

Certo. La depressione si caratterizza con un senso di vuoto, di apatia, di disinteresse per la vita. Questo vuoto spesso è riconducibile al fatto che il depresso non ha avuto o ha perso quello che l'ambiente gli presenta come motivo di felicità: la bellezza, il successo, il potere, i soldi, oggetti ritenuti importanti e  queste cose non bastano mai. Ognuno è tempestato degli stessi messaggi: devi avere questo e quello. La realtà si esaurisce nel consumare. Io sono se consumo. Vincere significa in questo contesto avere e possedere. La realizzazione interiore invece è dimenticata e pure combattuta in quanto forgia persone veramente libere ed indipendenti che oltrepassano e risolvono i guai causati da questo stato di cose su cui c'è chi ci banchetta.

Questo significa che l'occidente manca di  religione?

No. Manca di fede e la fede non è religione. Una persona può essere religiosa credendo a tutto l'impianto ideologico di quel credo, eseguire tutti i suoi riti ma ritrovarsi depressa in quanto manca di fede nella vita, del sentimento di significato del proprio esserci e della realtà. La fede è una pulsione che muove la propria esistenza alla ricerca, a fare, ad essere e non ha un oggetto materiale come obiettivo ma si nutre di se stessa, per questo chi ha fede può essere triste ma non depresso poiché ogni perdita emotiva è sentita in un panorama significativo,  e le perdite materiali sono viste nella loro realtà contingente. Poiché gli oggetti, le cose non sono "tutto" la loro naturale perdita non può lasciare la persona   svuotata di tutto.

La religione però ha la sua importanza...

Certo. E' una base sociale, dà il senso di appartenenza fondamentale per l'uomo ed inoltre, oltre le credenze specifiche e la sua burocrazia, soprattutto oltre le esasperazioni delle sue forme che conducono al fanatismo ed all'integralismo, possiede dei contenuti che rimandano a valori interiori, al significato della vita su cui può nascere la fede, quel sentimento mistico di unità divina in cui il proprio io si individua : dall'egocentrismo infantile ed animale tenuto a bada solo dalle norme sociali e religiose ad una realizzazione libera e adulta per il Bene sentito e capito. Una via infinita.

L'oriente cosa può significare per l'occidente?

La divisione oriente-occidente è spesso fittizia. C'è l'uomo e la sua civiltà che si è differenziata i vari modi. Come la fede anche il civismo è una pulsione umana viva che va oltre l'appartenenza a questo o a quel contesto. Può avere o non avere  senso civico un occidentale come un orientale . Il senso della giustizia e del bene comune, dei valori civili ed estetici, oltre la preconcettualità ideologica, è del genere umano. Oggi poi i modelli occidentali ed il suo consumismo sono dappertutto per cui parlare di oriente e di occidente può essere anacronistico. Certo è possibile rintracciare modelli di vita più naturali, esigenze non solo materiali, ancora più in oriente che in occidente.

Cosa si intende per modelli di vita naturali?

La tecnologia ha indubbiamente la sua importanza sempre che sia strumentale all'uomo e non un fine. Con l'illusione di un benessere per tutti le città, comprese quelle orientali, sono diventate delle bolge di autoveicoli che strombazzano, con un inquinamento che le rende invivibili. Si sottrae spazio alle aree naturali per l'artificio umano (l'elefantiasi di strade, cementificazioni, fabbriche...) con conseguenze disastrose anche sul piano psicologico in quanto l'uomo si allontana sempre più da cadenze naturali. E' un'allontanarsi dall'inconscio, dal rapporto con esso. La natura è vissuta come un qualcosa da sfruttare senza alcun rispetto dimenticando che l'uomo è esso stesso natura. Insomma il comportamento autodistruttivo dell'uomo nasce dallo squilibrio, dall'essersi spostato dal naturale, da valori interiori, completamente a quelli artificiosi ed esteriori. Dimentica la qualità per la quantità.

L'aspetto demografico incide su ciò?

Indubbiamente. Nelle prospettive migliori l'incremento della popolazione mondiale  potrà fermarsi sui 12/13 miliardi di abitanti fra 30/40 anni ma il danno dell'impatto distruttivo dell'uomo sul pianeta ormai potrebbe essere irreparabile. Aldilà delle illusioni che ci si può fare   minimizzando i rischi sul futuro ( che è un meccanismo psicologico umano difficilmente evitabile) rimane il fatto che l'essere umano ha riposto le sue aspettative in tutto ciò che è espansione in termini materiali a scapito di quelli qualitativi, verticali del suo essere. L'affievolimento delle sue pulsioni più nobili, della fede, dell'arte e del civismo porta l'uomo a preoccuparsi solo di questo mondo e così prepara la sua bara. Ciononostante ci sono persone ovunque che operano con onestà, intelligenza e amore a esempio di tutti. Sono la base del futuro.

E se il futuro non ci fosse? Se disastri ecologici, naturali o della pazzia umana lo facessero fallire?

In fondo tutto è nelle mani di Dio. Nel Corano sta scritto che Egli è il Signore dei Mondi. Se l'avventura umana su questo pianeta dovesse fallire , altre creature che si sono evolute su altri mondi continueranno...

C'è chi parla di un occidente democratico che si difende dal terrorismo islamico. Nello stesso tempo tutte le persone di buon senso, musulmani compresi,  condannano il terrorismo ma la storia insegna che il nemico, se non c'è, bisogna crearlo in quanto distrae dai problemi interni dirigendoli su un capro espiatorio. Questo coro di benpensanti non si riduce ad una pura rettorica?

Gli integralisti parlano di  scontro di civiltà in quanto sono incapaci di distinguere. Purtroppo i fanatici, gli ignoranti, i disperati sono una realtà che costituisce una manodopera per chi li usa. Esiste anche il "gioco della guerra" (così precipuamente chiamato dallo psichiatra E.Berne),  che si innesta (oltre che su atavici istinti di branco) su calcoli ed interessi economici e di supremazia: queste due variabili, di competenza psichiatrica e sociologica, costituiscono il vero terrorismo che c'è nell'uomo. Per questo il Corano invita ad uno "sforzo" (jihad) per realizzarsi umanamente vincendo i lati oscuri (nafs) che sono dentro di sè. Condannare la negatività umana, l'egoismo prevaricatore non è sufficiente se non ci si sforza di trasformare se stessi in esseri umani per una civiltà veramente umana.

N.Nurettin

 

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