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La preghiera insegnata da Gesù

 

Padre nostro

(Gesù per rendere accessibile alla gente semplice il concetto del divino usa questo termine, antropomorfizza insomma l'idea del creatore)

che sei nei cieli

(ovviamente intende l'interiorità del cuore ed insieme l'essenza dell'universo)

sia santificato il tuo nome

(la lode, in fondo, spetta solo a Dio),

sia fatta la tua volontà

(questo significa che non dobbiamo dire a Dio cosa deve fare: Egli permette il male, ma su tutto opera la provvidenza, un disegno che solo Lui pienamente conosce )

e venga il tuo regno così in cielo così in terra

( L'auspicio che i valori dello spirito possano concretarsi nella vita e sia accessibile il senso delle cose a chi Egli vuole).

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

( l'intuizione per cogliere i motivi che ci nutrono l'anima ed anche per procurarci il sostentamento)

e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori

(un invito alla misericordia, alla comprensione secondo giustizia la quale come viene applicata da noi   sarà applicata su di noi: quindi attenzione prima di condannare o viceversa...)

e non ci indurre in tentazione

( da leggersi nel senso del timor di Dio: in realtà le prove della vita sono misurate sulle spalle di ciascuno, secondo giustizia)

ma liberaci dal male

(dagli ignoranti e dai frutti dell'ignoranza, soprattutto da quanto può provenire da noi stessi).

Così sia.

 

 


 

 

il natale

Dal 2002 il Natale è festa nazionale anche in un paese islamico, l'Egitto. Già nel medioevo Maestro Eckart aveva mirabilmente descritto l'universalità del natale dell'anima. Riti, rammemorazioni nelle festività ed esercizi spirituali servono, diceva il mistico tedesco, "perché Dio nasca nell’anima e l’anima nasca in Dio "

La narrativa dei vangeli canonici  ci presenta  Gesù che nasce in una grotta o in una capanna  (Luca parla solo di una mangiatoia) : è la scelta simbolica di quanto è semplice, autentico, fuori dalle passioni edonistiche del piacere e della supremazia. In questo mondo, ieri come oggi, gli uomini si affannano a conquistare soldi e potere nell'illusione di dare un senso alla vita. Ma quando si muore non si può portar nulla di terreno con sé, tutto si sbriciola col corpo perché fama, denaro, potere sono della corporeità, della terra, dove nulla rimane. Per chi ha condotto la vita ricercando solo beni terreni alle sue spalle c'è il vuoto. Pensiamo solo,da buoni paranoici, a che nessuno ci pesti i piedi e reagiamo con aggressività al solo sospetto, pensiamo a guadagnare, a posizioni di prestigio e rispetto, a imporre le nostre idee e così giorno dopo giorno ci inaridiamo: siamo come un albero che avvizzisce.  C'è un altro regno ben più importante, insegnava Gesù, quello interiore, dell'anima (il regno dei cieli è il suo simbolo) che va coltivato e nutrito < dove la tignola non corrode> ed allora è l'eternità stessa che sorregge la vita già in questo mondo. Esso si sente col cuore se è puro e sincero, già si gusta nella bellezza e nell'amore fattivo e contemplativo.

Gesù sarà riconosciuto ed amato come  maestro profetico, un rabbi che insegnava a ricercare la fonte della vita dove ogni possibilità si dischiude: se l'umiltà è fondamentale, ossia la consapevolezza dei propri limiti, è anche vero che ci si pone dei limiti per convenienza e pigrizia ( la parabola dei talenti) o per condizionamento infantile. La fede "muove le montagne" , porta con sé un'energia illimitata. All'uomo si propone una scelta fondamentale: vivere solo per questo mondo credendo che tutto qui si concluda o ricercarne il senso appercependo i valori dell'anima. Tutti sono chiamati (molti nella lingua originale di Gesù sta per tutti) alla fede, a cogliere l'occasione della vita per lavorare nella totalità del proprio essere : ogni bene costruito nel mondo, anche se qui è destinato a perire, rimane su un altro piano. Ma la scelta si ripropone diverse volte nella vita, sono umani i dubbi.  Gesù nel simbolico episodio delle tentazioni nel deserto, trasfigurazione immaginifica di un reale combattimento nelle profondità del cuore,  rifiuta  potere, onore e gloria: l'uomo ha una dignità spirituale irrinunciabile.

La scelta del cuore di Gesù, del regno divino dell'anima , diventa ancor più evidente dal contrasto con la sua regalità terrena. Gesù è presentato come un re temporale a pieno diritto (messia, ossia l'erede regale) da Matteo (mt.1) e da Luca (lc.3,23). Come re sarà riconosciuto dai re magi (Mt.2,1) . Erode farà uccidere i maschi  da due anni in giù sperando di eliminare tra essi anche chi avrebbe potuto rivendicare con diritto il suo trono (Mt.2,16). I pastori venuti ad adorarlo ricordano la profezia (Mich.5,1; 2 Sam.5,2): "e tu Betlemme,terra di Giuda, non sei per niente la più piccola fra i principati di Giuda;da te infatti uscirà un capo che pascolerà il mio popolo di Israele (Mt.2.6). Sarà detto il Cristo (l'unto: dalla cerimonia dell'unzione riservata ai re) e la gente   osannerà il figlio di (re) Davide come messia liberatore ( dalla dominazione romana )  nel giorno delle palme. I sacerdoti del tempio lo condannano per aver detto di essere il figlio di Dio, titolo che solo i re d'Israele potevano vantare. Una didascalia appesa sulla croce dai romani descrive l'uomo inchiodato (Gesù per i cristiani un alias per i musulmani) come Gesù Nazareno re dei giudei (I.N.R.I.). Ma quest'uomo illuminato dal divino amava i semplici, gli operatori di pace, gli umili, coloro che patiscono ingiustizia poiché solo essi sono in grado di sentire dentro, di guardare oltre le vicende effimere del mondo e scoprire la natura essenziale dell'anima. Tramite l'esperienza dell'ingiustizia, del dolore, degli affetti spontanei e semplici si richiamano i valori interiori, si prepara il cuore alla contemplazione della vita divina. Essa  permette di ritrovare già in questa vita quella felicità, quell'amore che invano cerca chi si è perso nelle strade di questo mondo nella ricerca del potere e dell'avere.

Una vita, quella di Gesù, vissuta nel superamento dei pregiudizi : frequentava samaritani, pubblicani, pagani (il centurione), peccatori (Maddalena),  chi insomma era emarginato da pregiudizi razziali di casta, di credo, di etnia dimostrando come si debba vincere i condizionamenti sociali, le illusorie barriere della società. Una vita adoperata amando, insegnando che la pace e l'amore non sono parole vane ma realtà che fanno riconoscere la bellezza della creazione. Ma è necessario abbandonare l'ipocrisia e la vanità, la cupidigia : i mercanti del tempio,  gli scribi e farisei provocavano la sua giusta rabbia. Ognuno poi raccoglierà  quanto ha seminato , libero di seguire la strada dell'odio o quella dell'amore. Se il mondo appare abbruttito è perché il male è più evidente, fa più chiasso. Il bene di chi opera nascostamente (che la mano sinistra non sappia cosa fa la mano destra...) non fa spettacolo, ma semina, fa crescere. Agli uomini di buona volontà Gesù si rivolge  indipendentemente dal loro credo e dalla loro provenienza, a chi compie il bene . Forma persone che si spargono nel mondo predicando e facendo il bene gratuitamente. Se ad ogni operaio spetta la sua mercede essa può quantificarsi in quel che basta per vivere decorosamente, ma nulla di più, che l'eccedenza rende quasi impossibile l'attenzione sui beni interiori dato l'ammontarsi di preoccupazioni che sono implicite all'avere (è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli). Istruisce sul modo in cui la giustizia divina opera non già secondo criteri umani (parabola della mercede dei vignaioli) che giudicano con un metro bidimensionale: così anche se il mondo appare pervaso dall'ingiustizia, dove il prevaricatore sembra avere successo (in realtà ha già firmato la sua condanna) la giustizia c'è comunque.

Il sentire collettivo del cristianesimo sarà pervaso di euforia , farà crescere la speranza del riscatto in masse di poveri, ma agirà anche su persone colte e raffinate, capaci di cogliere gli aspetti più profondi e non solo mistici dei vangeli . E' utilità comune rafforzare il sentimento di fratellanza e rispettare la pluralità poiché le idee, i credi anche apparentemente antitetici, possono portare il loro aspetto di verità. Ci vuole buon senso, avvedutezza, che di martiri ed eroi  il mondo è stato sempre pieno come di guerre sante. E' il sì alla ricerca della verità sapendo che essa non avrà mai fine nei limiti terrestri, essa si compie insieme; é il no all'ingannarsi per nascondere spiacevoli verità di se stessi, ed all'ingannare per strumentalizzare il prossimo: tutto il resto viene dal diavolo (da diabolos: il divisore), finisce per dissociare l'integrità della persona e della società, diceva Gesù che non era un ideologo né un diplomatico ma un conoscitore di uomini.

Gesù non è una proprietà privata dei musulmani come profeta, né degli ebrei come maestro mistico, né dei cristiani come uomo divino. Se i cristiani ed i musulmani, ( ebrei , laici e chiunque)  sapessero quanta brava gente esiste tra gli altri, tra noi tutti, che importa prima del credo confessionale l'essere "di buona volontà", se sapessero che tanti conflitti sono disegnati ad arte sopra le loro teste, il mondo potrebbe cambiare in un attimo e lo cambia davvero ogni volta che un atto concreto di fratellanza si realizza, che custodisce la bellezza della natura e delle opere d'arte , che sviluppa le conoscenze e le opere capaci di dare speranza e felicità, che rinforza il diritto umano alla serenità: è il barlume di una terra promessa di pace che ricorda quella vera, eterna dell'Anima.

 

N.Nurettin Al Jerrahi

 


  
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