SUL RISPETTO DELLA VITA

Il cristianesimo, precipuamente del settore cattolico, e l'Islam, sono fortemente impegnati nel rispetto della vita e dei valori che ne conseguono. Il punto di vista può talora divergere in quanto l'impostazione islamica è pratica, concreta ed evita idealismi.

Alla conferenza internazionale del Cairo sul problema della sovrappopolazione (1994) , l'Islam non ha opposto seri vincoli, ritenendo che l'obiettiva situazione presentata era sufficiente per giustificare una politica di contenimento demografico. Non tutti i rappresentanti religiosi, però,  si sono dimostrati consenzienti.  Una commissione scientifica cattolica delegata dal papa per ridiscutere le conclusioni della conferenza ha finito, suo malgrado, per ribadire le posizioni del Cairo. Posizioni che sono state comunque giudicate dalla sede vaticana come mancanti di fede e di speranza. Cosa si diceva in effetti: la popolazione mondiale (oltre 6 miliardi) aumenta di 60 milioni l'anno e questo incremento è insostenibile per il pianeta. L'incremento indiscriminato della popolazione finisce per distruggere le risorse ambientali,  avvelenare l'ecosistema con l'industrializzazione e questo   per soddisfare i bisogni alimentari, energetici e tecnologici che la stessa popolazione richiede. Aumenta il rischio di guerre fratricide, devianze psichiche per l'alterarsi del rapporto uomo-ambiente. A distanza di qualche anno,  le malattie degli animali da macello, bovini, ovini e suini ed  i rischi possibili delle manipolazioni genetiche sui vegetali e sugli animali , l'effetto serra determinato dall'eccedenza dell'anidride carbonica prodotta dalle industrie , hanno evidenziato  cosa significa   produrre sempre di più per soddisfare le esigenze della popolazione.  Se i paesi ricchi dell' Europa e del nord-America, hanno una popolazione che tende ad invecchiare con poche nascite, la situazione è largamente compensata dall'incremento nel terzo mondo. Si consideri inoltre che l'impatto  ambientale di un occidentale è calcolabile almeno di 10 volte più distruttivo rispetto a quello di un abitante africano, asiatico o sudamericano. I paesi del terzo mondo comunque, legittimamente,   pretendono anch'essi un tenore di vita migliore, per cui la distanza tende a diminuire : le deforestazioni e gli avvelenamenti ambientali dei popoli in via di sviluppo sono le conseguenze. La biodiversità diminuisce costantemente e con essa la possibilità di trovare combinazioni molecolari naturali a rimedio di molte malattie. Insomma, l'aver sfondato quel limite di due miliardi di abitanti umani che la terra può contenere ha causato un processo distruttivo incontenibile.Anche se la popolazione mondiale, come sembra, dovesse allentare il suo aumento fino a stabilizzarsi, nelle più rosee previsioni non avverrà fino al raggiungimento degli otto miliardi ma con danni irreparabili, tenuto conto che il rientro nei limiti di due miliardi in poco tempo sembra impensabile. Non si tratta di allarmismo ma di realtà che solo l'idiota non prende in considerazione.

Concretamente la pianificazione delle nascite comporta l'uso di mezzi anticoncezionali e secondariamente lo strumento dell'aborto. Nell'Islam, in cui non si concepisce la sessualità come peccato, ma come gioia di vita, l'uso dell'anticoncezionale è stato sempre adottato. Il cattolicesimo vede, almeno nelle dichiarazioni pubbliche, nel profilattico e nella  pillola del giorno dopo , la mancanza del rispetto della vita. Per l'Islam il rispetto della vita è imprescindibile dall'amore nella sua molteplicità di dispiegamento : sessuale, affettivo, civile nell' umana solidarietà. Di conseguenza è permesso l'aborto se al nascituro venisse a mancare l'amore famigliare e  condizioni dignitose di vita. Questo entro il 120° giorno , ossia quando a livello neurologico l'essere umano non è ancora definitivamente  formato. Ed un controllo della popolazione è stato nella storia dell'Islam realizzato localmente per evitare che l'incremento causasse sofferenze, fame e guerre. Si è insomma considerato l'armonia tra uomo ed ambiente nella sua concretezza.

In Cina prima della necessaria politica di limitazione delle nascite frequentemente i contadini uccidevano le figlie femmine, ora si può condannare questo come omicidio incentivando invece l'aborto oltre il secondo figlio. In altri paesi asiatici dove questa politica non è stata attuata,   tutt'altro che raramente i figli in eccesso vengono venduti al mercato della prostituzione o del traffico degli organi, perfino uccisi per asportare un rene, un cuore, un fegato. Solo agendo a livello preventivo si può evitare questo disprezzo della vita causato dagli eccessi quantitativi.  L'uomo dall'Islam è visto qualitativamente, nella sua dignità, non come un animale da allevamento in immense metropoli. Il rispetto della vita è tale nell'Islam che anche  tagliando  una pianta o nell'uccisione di un animale per sostentamento si invoca la misericordia divina. L'essere umano per l'Islam ha diritto di vivere in un ambiente materiale e psicologico che non gli causi sofferenza. La sofferenza infatti per questa civiltà non è una condizione dell'essere umano, l'uomo non è fatto per soffrire in una valle di lacrime, perciò l'Islam sul piano scientifico e medico ha sin dai suoi albori cercato i rimedi per i malesseri fisici e psichici, non visti come punizioni di Dio e condizioni di vita. L'uomo è fatto per adorare il suo Creatore e lodare la sua Creazione : fame e malattia, un ambiente senza amore e libertà   sono impedimento a ciò. E' insomma un modello del mondo disegnato sul bene e sul rispetto della vita individuato in modo globale e pragmatico.

Purtroppo non sempre si riesce ad alleviare le sofferenze quando capitano. Ma fin dove è possibile bisogna lottare, secondo l'etica islamica, per risolvere ogni disagio individuale e collettivo. Il suicidio e l'eutanasia sono considerati negativamente perché la vita umana  formata (ossia non di un feto) è sacra, è di Dio. Non si può determinare ad essa la morte né la sofferenza.  (anche un animale ha diritto a non soffrire ). Per questo nell'Islam non è accettabile nemmeno la pena di morte (anche se purtroppo viene applicata in diversi stati islamici). Uccidere si può solo in caso di legittima difesa, come il profeta ha testimoniato nella sua vita ed il Corano attesta.

Si afferma che nell'Islam politica e religione sono fuse. Ciò non significa che l'Islam non rispetti le differenze. Come il più moderno degli stati laici  esso ha sempre garantito (salvo eccezioni che confermano la regola) alle minoranze  di comportarsi come meglio hanno creduto. Se l'aborto , il matrimonio, il divorzio, i mezzi anticoncezionali   sono visti da tali comunità in modo diverso dall'Islam per esso non c'è problema, che applichino pure le loro regole, quali che siano, al loro interno, nella misura che non danneggino l'insieme del consorzio umano. Questo atteggiamento è tipico di una democrazia laica. Non tutte le religioni sono così, molte vorrebbero imporre allo stato la loro concezione etica affinché si adeguino ad essa anche le minoranze.

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d) Giusto occuparsi  dei problemi demografici in quanto fonte di problemi diversi. Personalmente recepisco nella campagna demografica che si sta facendo in Italia  uno sfondo inconscio razzistico. I problemi della natalità verrebbero risolti semplicemente favorendo l'integrazione agli stranieri invece si opera al contrario.La paura del diverso insomma c'è sempre stata e c'è ovunque, quando ovviamente ognuno è diverso per l'altro. Ho letto qui che nei paesi islamici invece ci si occupa di frenare l'incremento demografico, non si potrebbe decidere su scala internazionale questa problematica?

R) E' stato già tentato con la conferenza del Cairo ma vuoi per l'opposizione del cattolicesimo (di certi suoi settori integralisti)  sia per le incapacità di certi stati di risolvere praticamente i problemi, poco è stato concluso se non un vago allarme, un po' come succede con l'inquinamento (e i due problemi sono in relazione). Nella sua opinione iniziale potrebbe esserci della verità, comunque sia sappia che in Cina ed in India ed in diversi stati islamici (non l'Africa ed il sud America ) si è presa consapevolezza e senso di responsabilità del problema e con frutti visibili traducibili in un contenimento evidente. Il problema grosso non è tanto il razzismo o gli integralismi religiosi ma un circolo vizioso: lo standard di benessere (produzione e pensioni) richiede sempre nuove generazioni che a loro volta lo spostano sempre oltre. Che poi questo benessere si traduca in distruzione ed avvelenamento delle risorse, in un malessere globale autodistruttivo non è ancora recepito totalmente per via del calcolo a breve termine.

D) Vorrei da voi una risposta ad una constatazione che può sembrare una provocazione: i capi religiosi di tutte le religioni hanno fatto e fanno una campagna demografica alla stessa stregua dei tiranni, da Hitler a Mussolini a Stalin, quando l'evidente radice di tutti i problemi , dall'inquinamento alle guerre, è la sovrappopolazione. Insomma  è una doppia verità che "la madre dei cretini è sempre incinta".

R) Prendiamo l'accostamento come una iperbole intenzionale. E' vera l'affermazione che alla base dei problemi dell'umanità ci sia l'incremento demografico (l'aumento della popolazione mondiale è di circa 60/80 milioni all'anno su oltre 6 miliardi su un pianeta sempre meno abitabile, dove aumenta la desertificazione e la distruzione/avvelenamento delle risorse) ma non che tutte le religioni siano responsabili di questa   riproduttività sganciata dai naturali contenimenti. Già si è parlato di questo .Politiche di contenimento demografico sono sempre state fatte e si stanno facendo nell'Islam ma nonostante questo la popolazione nelle sue terre  aumenta e ciò può preoccupare leader di paesi meno prolifici ma molto inquinanti. Del resto l'impegno di far evolvere la qualità umana e della vita ha occupato pochi, altri invece si sono  interessati della carne da macellare nelle guerre.

 

la conferenza del Cairo

L'incremento demografico

morti per fame

 

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