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La differenza tra ottimismo ed illusione

Quel che ha permesso la sopravvivenza della specie umana è il principio di realtà, ossia la corretta valutazione di cosa è reale ed utile, non il solo istinto di sopravvivenza, comune a tutti gli animali. Siamo però ad un bivio: lo sviluppo della caratteristica del cervello umano di fare cultura, di astrarre complicati concetti e calcoli dalla elementare percezione sensoriale se ha permesso all'uomo di dominare il pianeta può essere proprio la causa della sua fine. La falla della rovina, il buco, sta proprio in questo principio di realtà che non sempre funziona, o meglio funziona in  pochi e quasi sempre in coloro che non hanno responsabilità di comando, che non hanno potere, diventando ininfluente. Chi ha potere, infatti, deve fare i conti con una serie di interessi pratici che obliano la valutazione oggettiva delle cose: difendere i propri interessi e quelli della propria parte significa ricercare inganni per illudere gli altri e poi se stessi ( l'etica oggi, soprattutto in certi ambienti, è fuori moda per quanto tutti ne trarrebbero benefici).

L'uomo, per qualche differenza cerebrale in più rispetto alle altre specie,  ha creato il mito di se stesso: egli è il padrone del mondo, può espandersi a dismisura e fare quello che vuole. L 'uomo è al centro dell'universo, l'uomo è il fine della creazione, così ha sentenziato il coro dei filosofi e dei teologi... E' difficile entrare consapevolmente in questo delirio anche perchè tutti  ci siamo già. E' proprio indispensabile l'essere umano a questo mondo? Si può mettere in bocca a Dio questa oscenità sulla necessità dell'uomo? Solo Dio (se esiste, dirà l'agnostico) è indispensabile e forse il suo creare infinito, non certo una sua contingente creatura. Ma l'uomo continua ad avanzare baldanzoso ( come un matto in manicomio che si crede Napoleone, o un politico con un sorriso beffardo stampato in faccia  in cerca di platea ) celebrando la sua storia e prefigurando la sua eternità.

E la specie umana si moltiplica, sei miliardi di bocche che parlano e mangiano ( per vedere solo quest'organo) a cui se ne aggiungono ogni anno un altro centinaio di milioni o quasi. Nell'aumentare prende il suo spazio privandolo alle altre specie : intanto cosa servono gli altri animali o i vegetali se non per essere mangiati? Cosa servono montagne incontaminate e foreste? A niente, spazio utile buttato via alla logica dei profitti! Bisogna liberalizzare il dominio, privatizzare e cementificare il mondo,  usare tutto e tutti. E le scorie, l'inquinamento, l'avvelenamento globale? l'uomo troverà la soluzione, saprà riciclare perfino i suoi rifiuti organici in dolci pasticcini.

Umiltà, consapevolezza dei propri limiti, questo è il rimedio ma difficilmente verrà accolto. Troppi interessi materiali, troppe distrazioni fanno mancare tempo e spazio interiore per riflettere, troppa voglia di illudersi e illudersi ancora. La bellezza? può morire coi suoi artisti, poeti e mistici che la decantano, non serve, non servono. Bisogna pensare a guadagnare, a divertirsi, a farsi largo tra gli altri.

Fra cento, mille anni , si può sognare un uomo colonizzatore dello spazio alla star trek, meglio illudersi così piuttosto che immaginare un grigio pianeta che gira su se stesso ormai senza vita tra rovine e liquami. Bisogna essere ottimisti. Bisogna credere che l'avventura della specie umana nell'universo sia  unica ed irripetibile, per questo si andrà avanti comunque ! Meglio non pensare al frutto di un'azione che mossa dall'avidità di vantaggi immediati ha seminato disordini e distruzioni, meglio distrarsi che le distrazioni non mancano, intanto tutti dobbiamo morire (ma forse, c'è chi prevede, si supererà con qualche prodigio della scienza anche questo ostacolo), non vale la pena di disturbare qualcosa che pur si  agita dentro in una sensazione di profondità, di contatto con una realtà inusuale, fuori dal baccano: una umanità veramente nostra, da condividere con gli altri, con la natura, con la sua luce. E la bellezza, il rispetto per gli altri e tutto il creato, i sentimenti più preziosi potrebbero ritornare con la ricerca di verità, di scoperta continua, e almeno in noi stessi niente sarà finito: il filo sentito e non più pensato che ci lega al tutto non è una semplice illusione, è più vero di questo mondo.

D) Condivido il realismo che porta a sgonfiare il mito che l'uomo ha fatto di se stesso. Recentemente al congresso scientifico internazionale in Inghilterra sono emersi dati che confermano come l'umanitò stia andando allegramente verso l'autodistruzione. Pensare che l'anidride carbonica, il veleno, aumenta ogni giorno in modo spaventoso e nello stesso tempo diminuisce l'ossigeno è un dato che non lascia spazio a chiacchiere. L'uomo si mobiliterà solo a catastrofe avvenuta, sempre che ci riesca.  Ma se fosse possibile un'alternativa di sistema non credo che la teocrazia sia proponibile considerando quanta distruzione è stata causata in nome di Dio.

R) E chi ha parlato di teocrazia? Si è parlato di fede, di misticismo non di nostalgia di una dittatura religiosa di qualsiasi forma, la quale, nella storia, ha imbavagliato proprio l'impulso mistico e della ricerca in ogni campo. Nel sufismo si afferma che l'umanità sopravvive solo perchè esistono delle anime elette, i giusti secondo l'ebraismo, i santi secondo la cristianità. L'antica storia di Sodoma e Gomorra distrutte perchè non esisteva più alcun saggio fa da sfondo all'asserzione. In quelle poche persone, spesso nascoste da tutti i trionfalismi mondani, dal "lei non sa chi sono io" di cui sono colmi i cimiteri, c'è quella continuità con la natura, di una evoluzione che riporta a Dio. E' quindi una questione di linfa non di burocrazie religiose che parlano in nome di Dio.