ARTE E MESTIERE

Un mestiere si apprende. In fondo è "memoria" di un sistema, un insieme di nozioni che si applicano. L'arte è un guizzo creativo, una evoluzione, un collegamento di cose  "prima" inimmaginato. Ci sono valenti artigiani che ripetono opere generazione dopo generazione ma quello stile, quel contenuto rimane invariato. Non è arte. E andiamo aldilà dello specifico dell'arte propriamente intesa ( c'erano  scuole con ottimi artigiani capaci di realizzare affreschi di una impeccabile precisione tecnica, ma solo l'intervento del maestro, quel 10%, rendeva l'affresco un'opera d'arte) . Nella poesia, si pensi ad un Monti ed ad un Ungaretti: l'artigiano e l'artista. Nella filosofia, nell'architettura, nella scienza. Certo: la scoperta scientifica ha bisogno di tanto mestiere (le nozioni) e ricerca, ma solo l'intuizione di un artista permette la scoperta, gli esempi sono innumerevoli a cominciare dalla classica mela di Newton. Nell'insegnamento: ci sono insegnanti preparatissimi nelle scuole e nelle università ma pochi artisti che fanno delle lezioni dei capolavori: gli allievi riprendono entusiasmo per la materia, di più, per la vita. Nella psicoterapia: ci sono ottimi manovali,   che conoscono a perfezione la neurologia e tutte le teorie ma che non compiono "miracoli". Ci vuole l'artista , solo lui è capace di dare vita e produttività al mestiere, a quello che sa. Come  nella pittura o nella scultura è possibile fare arte senza mestiere, si pensi allo spontaneismo dell'arte primitiva, così nella mistica. Ci sono state splendide figure di mistici,  "folli di Dio" (majdub) che pur non sapendo nulla di teologia hanno colto stati spirituali autentici. Di contro tantissimi zelanti teologi  ma dal cuore che è solo stato capace di pompare sangue. L'arte non si impara, è un dono, viene prima dei sensi e della memoria. E' un assoluto, e come tale non si può spiegare ma vivere: E' Dio che si manifesta. Se sono pieno di me stesso, della mia vanità di sapere tutto non saprò mai nulla davvero . Il vaso deve essere vuoto ed allora  può essere riempito di acqua nuova:  dal bisogno di un'aria rarefatta può nascere il vento della grazia , un Dono divino. E' Dio in noi, in una creazione ogni istante nuova. Non parliamone, impariamo ad ascoltarlo, dovunque provenga, dovunque sia, in realtà sempre qui ed ora, uno,  nel nostro cuore.

 


 

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