.9Bpalma.gif (2680 byte)

LA RICERCA E IL RICERCATORE

 

Molti ricercano una via spirituale nella speranza di evitare o guarire il malessere che provano nel vivere.

Questo malessere non ha necessariamente origine dalla mancante evoluzione spirituale. Diventare ricchi , avere una entusiasmante vita erotica, una villa ai carabi, la propria foto in  copertina dei rotocalchi, l’adorazione e l’ammirazione del mondo, queste, ed altre conquiste simili, potrebbero curare gran parte, se non del tutto, il  malessere di molti.

Un bravo diagnostico, in quanto esperto della natura umana,  riconosce in ogni aspirante alla via spirituale le ragioni, motivazioni e pulsioni che sottendono effettivamente alla  personale aspirazione di ognuno.

Un diagnostico spirituale, per trasmettere la propria diagnosi ed eventualmente la cura, si serve di tre metodi di comunicazione. Quello intellettuale, quello simbolico e un terzo, che non ha una definizione precisa  nel vocabolario quotidiano quanto invece, forse troppe, nel vocabolario spirituale.

Un vero medico dello spirito non si limita alla diagnosi degli aspiranti alla via spirituale, ma l’applica anche e principalmente a se stesso, costantemente. Così come l’applica agli altri medici spirituali, riconoscendo di volta in volta le ragioni, motivazioni e pulsioni alla base dell’attribuirsi la difficile quanto rischiosa qualifica di guida spirituale. Questa analisi ha un duplice scopo. Quello privato, di  riconoscere attraverso gli altri i propri eventuali difetti, e, quello pubblico, di  indirizzare di volta in volta gli aspiranti alla via spirituale verso i medici più adatti, evitando così, possibilmente, gravi quanto facili errori all’inizio del  loro cammino.

Ogni aggregato vivente è unico. Ogni essere umano ha la sua propria, unica, irripetibile, inimitabile conformazione: il proprio fisico e peso, le  macule e colore dell’ iride, le  impronte digitali , le linee sul palmo delle mani, il codice genetico del DNA, il funzionamento mentale, il contenuto interiore, il proprio destino. Questa unicità individuale è l’imprescindibile realtà d’ogni forma vivente e quindi di ogni ricercatore.

Nessuna persona sensata, per curarsi del proprio malessere, entrerebbe mai in una farmacia per scegliere a caso, dagli scaffali, un qualunque medicinale. Né alcun medico sensato ordinerebbe mai la stessa identica medicina a tutti i suoi pazienti.

Eppure questo superficiale quanto pericoloso comportamento è  sorprendentemente frequente nel campo della ricerca interiore. Gli aspiranti allievi troppo sovente scelgono la propria guida spirituale spinti da motivazioni del tutto estranee al cammino spirituale, così come lo sciocco malato in farmacia sceglierebbe la medicina a seconda del colore della confezione o del nome piacevole o, peggio ancora , per la pubblicità che è stata costruita attorno al prodotto. Eppure questi sono abitualmente i parametri che guidano gli aspiranti ricercatori nell’affidarsi di volta in volta alla propria guida spirituale. Così come, a loro volta, molte guide spirituali, agendo come il medico irresponsabile di cui sopra, offrono un identica  cura a tutti coloro che si avvicinano, dimostrando di ignorare e non saper riconoscere le specifiche  e individuali necessità interiori di crescita di ognuno.

Chiunque, sinceramente, inizi la propria ricerca spirituale si viene inevitabilmente a trovare in una situazione assolutamente particolare. Percepisce di essere alla ricerca di qualcosa, ma non sa ancora cosa questa sia, né il suo nome o definizione. Non sa quali strade seguire nel cercarla né ancor meno dove trovarla. Ma ha in se la propria spinta interiore, costante, e questa spinta deve  essere obbedita. Non è possibile fare altrimenti.

Per le  analoghe ragioni per cui deve essere obbedito e soddisfatto il bisogno  fisiologico  di cibo, sonno, sesso, così anche il bisogno di autentico nutrimento spirituale deve essere soddisfatto , altrimenti , come sul piano materiale , questa carenza verrà a creare un malfunzionamento nell’equilibrio dell’organismo.

Si muore per l’assenza di cibo materiale, ci si spegne per l’assenza di nutrimento spirituale.

Se il ricercatore agli inizi dello sviluppo non sa né può operare correttamente, ha però uno strumento interiore da utilizzare: la propria spinta interiore. Sarà questa stessa a guidarlo. Ma la spinta interiore deve essere quella originaria e propria , e non essere confusa con desideri dell’ego , vanità , sogni e chimere che porterebbero inevitabilmente su una strada di alienazione dalla spinta primaria, portando il ricercatore su strade sterili, illusorie, dannose al suo equilibrio. 

Il ricercatore inizialmente passerà attraverso disparati e confusi  tentativi, esperimentando ora una via ora un'altra. Ogni attraversamento di queste esperienze è contemporaneamente potenziale trappola o salvezza. Trappola, se il ricercatore indulgerà e si fisserà su una sola strada per  soddisfare così il proprio futile bisognoso di una definizione di appartenenza ad un gruppo. Salvezza, se saprà cogliere in ogni strada il necessario alla sua trasformazione, conformemente di volta in volta alle proprie precise necessità di sviluppo interiore.

Procedendo e raffinandosi lungo la via, il ricercatore giungerà a comprendere e sperimentare una verità fondamentale: la propria irrinunciabile unicità. E conseguentemente l’unicità del proprio cammino interiore. Questa verità riconosciuta lo porterà a diradare fino a cessare ogni richiesta di aiuto o sostegno all’esterno, e a seguire  la propria spinta interiore di intuito spirituale, la propria, sola , vera, unica guida.

Se mai cercherà stimoli all’esterno, questi saranno quelli necessari al nutrimento della propria guida interiore.

Giunto a questo stadio, il ricercatore cesserà di avere maestri all’esterno e avrà raggiunto se stesso. E all’esterno saprà   riconoscere, in un’affinità senza definizione, la propria gente, la propria stirpe, i propri simili, gli Amici.

 Piero Crida

 


  http://space.tin.it/io/nventur

 

 

.