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Idries Shah (1924 Simla/India-1996 Londra) . Lo scheik naqaschabandy d'origine afgana ( partecipò coi mujaiddin alla guerra di resistenza contro l'invasione sovietica dell'Afganistan )   rappresenta,  in questo secolo, il maggiore divulgatore del sufismo precipuamente di quell'ala   che lo svincola dall'aderenza all'Islam  (all'opposto vi è quella  tradizionalista, che pur ha rappresentanti illuminati come Syed Hossein Nasr, la quale ritiene indispensabile la pratica della forma religiosa islamica ). Ala legittima come l'altra per quanto estremizzi , secondo alcuni scheik, il cosmopolismo ed universalismo sufi disancorandolo dalla sua base terrena e storica che è appunto l'Islam. Del resto il giusto distacco sufi dalle pedanterie ritualistiche fini a se stesse, dalle rigidità intellettualistiche e dogmatiche per cogliere il senso unificante e trascendentale delle forme religiose può essere confuso con sincretismi facili e disimpegnanti. L'organismo, sia chiaro per chi intende,  può essere sano o malato indipendentemente dal luogo in cui  si trova. 

Comunque sia i suoi libri ( pubblicati dalla casa editrice Octagon Press di Londra) rivelano quella saggezza ed articolazione evolutiva  che riguarda "l'uomo" oltre le distinzioni di fede, caratterizzante lo spirito sufi.   Per quanto un libro sia solo uno "strumento", a pieno titolo il termine si addice ai lavori di Shah. Libri da rileggere e da ricomprare,anche se si possiede già una copia. Stranezze? Questo consiglio estratto proprio da un libro di Shah può essere capito, in parte ,anche attraverso le normali conoscenze della psicologia. Avventatamente si potrebbe subito pensare che se ne studiano di tutte pur di far scucire soldi... La saggezza, però ha un prezzo (salato) e per pagarla bisogna lavorare. E allora tante cose che sembravano oscure, contraddittorie si chiariscono con evidenza, altre che si credeva ovvie non lo saranno più. I libri di Schah affondano nella millenaria conoscenza psicologica sufi, tramandata ed esperita da maestro ad allievo, riadattata nel tempo e riflessa nel sapere comune anche attraverso le storielle ( il senso dell'umorismo, come vuole la Tradizione, mai manca ) .Strumenti, si diceva, utilità preziose ognuno valutandole per quanto può, per quanto già sa e soprattutto per quanto è consapevole di non sapere, poiché la presunzione blocca il i sano giudizio e la capacità di assimilazione. Ecco le traduzioni dei suoi libri in italiano, e il sito internet dello "Octagon Press":

http://www.clearlight.com/~sufi/index.shtml
 
 

perla.jpg (1074 byte) La Strada del Sufi-Ubaldini-1968 

Cercatore di Verità- Ubaldini-1995 

. Pensatori dell'Est- Mondadori- 1991

Imparare a Imparare-Ubaldini 1988.

L'Io che Comanda-Ubaldini 1996 

I Sufi-Mediterranee 1990.

. I Racconti dei Dervisci- Astrolabio 1997 

   Karakusch- Reverdito 1987 (romanzo sulla guerra di resistenza afgana)

   Pensiero e Azione Sufi- Psiche 1990 (lavoro di gruppo)

   H.B.M.Dervisch- In Viaggio Con un Maestro Sufi- Punto d'Incontro 1991 (le vicende di un suo allievo)

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