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eros e libertà

dott. prof. Nazzareno Venturi

( versione ridotta presente nel testo "rapportarsi con gli altri e con se stessi" ed Sufijerrahi.  Di difficile reperibilità su carta stampata ma disponibile online, vedi a fondo pagina)


La sublimazione dell'amore in san Paolo

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,  sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante. Se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla.La carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta,non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità; tutto tollera, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.La carità non verrà mai meno.Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà; conosciamo infatti imperfettamente, e imperfettamente profetizziamo; ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino.Da quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto. Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità.
S. Paolo - dalla I° lettera ai Corinzi 13

 

Ibn Battuta, il Marco Polo dell'Islam,  ritenendo che tutti o quasi la pensassero come lui nei riguardi del sesso e delle donne, non nasconde il fatto di aver concluso nella sua vita una bella sfilza di matrimoni di convenienza, di aver lasciato mogli incinte e figli al loro destino un po’ dappertutto. Seguendo un becero schema maschilista, la donna serve per soddisfare le proprie voglie e per fare dei figli. Nonostante il suo moralismo di facciata, il famoso viaggiatore, non sapeva di seguire la tendenza di quasi tutti i mammiferi maschi che è quella, in natura,  di cercare di spargere il proprio seme in più partner possibili (mentre la femmina ha tutto il vantaggio di trovare un partner fisso che la protegga e non la abbandoni). Nelle varie forme culturali e in tutte le religioni  troviamo leggi e riti che cercano di mitigare quanto la natura offre in termini di comportamenti istintuali. Ed è bene che sia così. La cultura permette la sublimazione e il raffinamento dello spirito. La legge coranica, per esempio, protegge la donna dagli abusi e, considerando il contesto del tempo e del luogo, si tratta di riconoscimenti prima di allora inimmaginabili. Se le quattro mogli concesse ad ogni musulmano (con l’obbligo di soddisfarle economicamente e anche sessualmente, altrimenti l’uomo passa dalla parte del torto) possono sembrare una esagerazione, e così il concubinato provvisorio legalizzato, bisogna riferirsi comunque al mondo dei beduini arabi del 600 dove l’uomo, in precedenza, aveva diritto di vita e di morte sulle donne e sui figli (ma succedeva anche nella civilità di Roma: vitae necisque potestas). Ci sono brani nel Corano di alto rispetto per le donne: “Quando i coniugi si accarezzano Dio li guarda con uno  sguardo pieno di bontà.”. “ Non gettatevi sulle vostre donne come fanno gli animali ma costruite un ponte fatto di dolci parole e di baci”. E il profeta in un’adith affidabile diceva...”Coltivate l'amore per  le vostre donne come un giardino...e date loro piacere e loro lo diano a voi”...

Il giusto rapportarsi tra i sessi nasce anche dalla consapevolezza della realtà sessuale e istintuale in generale. Ci sono istinti, detti primari, indispensabili alla sopravvivenza dell’individuo. Su tutti il respirare: è così forte che si può trattenere il respiro fino a un certo punto dopo il quale prende il sopravvento. La fame e la sete esprimono il bisogno del corpo di assimilare quegli elementi di cui ha necessità (processo anabolico) mentre il defecare e l’orinare esprimono l’impellenza di eliminare dall’organismo le sostanze superflue e dannose  (processo catabolico). La pulsione sessuale fa parte di quelle secondarie in quanto riguarda la specie, se non soddisfatta l’individuo non muore ma non può replicarsi. La pulsione quindi esprime il bisogno di sopravvivenza della specie. Ogni volta che abbiamo una eccitazione sessuale adesso sappiamo che i geni vogliono diffondersi. Gli istinti sono inconsci, innati, non hanno il senso dell’umorismo (quello ce lo mettiamo noi quando scherziamo sul sesso e sui sessi), appartengono al corpo e solo in un secondo momento l'individuo ne prende consapevolezza. Il neonato quando ha fame cerca il capezzolo della madre istintivamente, se non lo trova piange per attirare la sua attenzione, il piacere che prova nel cibarsi placa il bisogno; la stessa dinamica vale per ogni istinto, tra cui quello sessuale. Il piacere è lo stimolo che porta alla soddisfazione di un bisogno, la sofferenza invece è la risposta al mancato appagamento. Sofferenza e piacere portano l'individuo a cercare l'oggetto di cui il corpo ha bisogno per i suoi fini. Respirare, dormire, bere, mangiare, orinare, defecare, amare sessualmente sono necessità fisiologiche. Anche se tra questi bisogni, qualcuno non lo consideriamo una sciccheria essi ci tengono in vita. In certi casi fin troppo producendo l’effetto opposto. La specie umana è in aumento di quasi cento milioni lanno e il suo eccesso potrà essere il motivo della sua estinzione per via dellesaurimento delle risorse che determina ( più bocche da sfamare più consumo e distruzione dell’ambiente).

 L'istinto sessuale è così forte che in certe specie l'individuo si sacrifica per generare. La mantide religiosa maschio viene divorata dalla femmina durante il coito, in questo modo essa trova subito lindispensabile fonte di nutrimento. Certi ragni maschi, si son fatti più furbi, per così dire, e prima di precipitarsi sulla femmina compiono vari rituali con movimenti delle zampe e toccamenti sulla tela col fine di avvisare la dolce metà di non essere una preda;  una volta certi di essere stati ben interpretati si avvicinano cautamente, incollando le sue zampe al tessuto. In questo modo si garantiscono, in caso la compagna fosse stimolata, durante il coito, da un pericoloso appetito, il tempo sufficiente per darsi alla fuga. Negli animali superiori le sfide tra i maschi hanno la funzione di selezionare i migliori (i geni migliori), talvolta in combattimenti mortali oppure, come succede in certi uccelli, con sfide di bellezza e agilità, dai saltellamenti allo sfoggio delle piume.  Sia la femmina a scegliere oppure il maschio trionfante, il fine è  la selezione. Sono i geni  a comandare, non lindividuo. Ed è sempre listinto a decidere i momenti dellaccoppiamento,  i cosiddetti periodi di calore. Solo luomo e alcune scimmie ominoidee come i bonobo fanno sesso tutto lanno. Listinto si sublima, il sesso diventa unattività per scaricare laggressività, per dimostrare affetto, per piacere ludico.

Ma luomo è un animale (mistico se si vuole, ma pur sempre con un corpo animale) sociale complesso, che ha bisogno di armonizzare listinto con la cultura. Unaltra pulsione terziaria, civica, chiede di essere soddisfatta senza porsi in conflitto con quelle primarie o secondarie come è appunto la pulsione sessuale. Luomo non è più quel primitivo delle barzellette che cerca nella caverna la femmina, gli dà una bastonata e la trascina per i capelli nella sua tana, egli, ormai civilizzato  (sia esso musulmano o cristiano, cinese o canadese) aborrisce questo comportamento violento, ovviamente se non è deviato. L’essere umano ha bisogno di etica, di ragionevoli norme comportamentali che permettano agli individui di interagire tra loro per reciproci vantaggi, evitando così agli istinti individuali di prevaricare danneggiando la convivenza.

Alcune norme a cui lindividuo viene educato si traducono in atteggiamenti e sentimenti acquisiti. Esempio di questo il senso del pudore. E’ un fatto sociale, culturale e non innato, prova ne sia che in ogni contesto primitivo, dal Borneo allAmazzonia, laddove luomo bianco non ha interferito, la nudità è vissuta come un fatto normale ampiamente documentato. Luso del perizoma, se usato, ha come unico scopo difendere le fragili parti intime. Coprirsi significa proteggere il corpo dagli agenti esterni ( luomo, nel corso della sua evoluzione,  ha ridotto in peluria quasi ovunque il mantello peloso  a causa di due fattori: la pratica del vestimento  lo ha reso superfluo, quindi sopravvivevano indifferentemente i meno e i più pelosi, a cui si  aggiunta una selezione estetico- culturale).

Le regole, anche in una società cosiddetta primitiva, servono a disciplinare i rapporti e le funzioni di ogni membro del clan. Luomo è sociale, e  grazie a questa socialità è riuscito a  sopravvivere in un mondo naturale difficile, sopperendo alla sua debolezza fisica (si pensi a paragone una tigre o ad un orso), con una intelligenza condivisibile e trasmissibile generazione dopo generazione, unendo le forze grazie al linguaggio e la cultura (larea di Broca nel cervello, precipua del linguaggio è molto  sviluppata solo nelluomo). Le norme gli permettevano di non tornare indietro, ai tempi della foresta, assicurandogli un quadro comportamentale valido e funzionale, ad esso si aggiunsero ritualità e miti capaci di soddisfare le sue esigenze trascendentali ( il senso della morte e di un principio cosmico). Tuttavia le tradizioni del clan rischiavano di perdere un senso funzionale quando diventavano fine a se stesse, ripetitive e incomprese. Le usanze si trasformavano anche in modo dannoso (piattelli incarnati nelle labbra, anelli nel collo, sacrifici umani...), assumendo  significati ideologici avulsi da una realistica utilità. Questo vale anche per le norme dettate alla sessualità (infibulazione, clitoridectomia, castità forzata..), una volta oltrepassato il buon senso che limitava la sua espressione ( talvolta valido: su tutto il tabù dellincesto, istintivo e culturale insieme, il quale evita che la specie si indebolisca). Il senso del pudore, esagerato da una educazione inibente, finisce per essere causa di conflittualità psicologiche, di rimozioni e turbe emotive che trovano vie di scarico negative nel tessuto sociale .

Letica, in quanto dettata dalla ragione, ha permesso di evitare comportamenti imitativi subordinati a regole assurde, e fantasiose basate su spiegazioni mitologiche (come il sacrificio umano nelle antiche civiltà). Queste leggi divine,  attribuite agli spiriti o agli dei costituivano una moralità indiscutibile imposta dallalto, ma ora venivano poste al vaglio di un sereno giudizio obiettivo e abbandonate se dannose. Infine l’etica serviva a dare dei limiti al comportamento puramente animale dell’uomo. L’etica necessita di intelligenza le cui soluzioni possono essere antitetiche ad un corpus di dottrine, usi e costumi della società, ripetitivo ed acritico; tra i suoi compiti  quello di  armonizzare le espressioni istintuali con le esigenze collettive e nello specifico permettere la espressione giocose ed affettuose della sessualità (il legittimo) ed impedire abusi e violenze (lillegittimo) contrarie ad un senso civico adulto e responsabile basato sulla ragionevolezza.

Un concetto di libertà indiscriminato può portare solo confusione, ogni eccesso di libertà significa prevaricazione: la mia libertà non deve danneggiare quella del prossimo nei suoi fondamentali diritti, né la libertà di un altro ( persona od ente, come lo stato) deve abusare su qualsiasi soggetto. Il buon senso, la ragione ed una avveduta etica situazionale (utilizzo un termine caro a S.B.Kopp  e rimando ai suoi libri eccellenti) permettono di equilibrare e dare giustizia ai rapporti prima delle stesse leggi e regole convenzionali; soprattutto  il rispetto nutrito per laltro e per lambiente  è alla base di ogni libera azione nel mondo. Ogni giusta legge che tutela i diritti nasce dal nostro senso del rispetto per un reciproco vantaggio.

Consequenziale a quanto detto il discorso sulla libertà sessuale: quando c’è violenza, sofferenza, o strumentalizzazione dellaltro finisce la libertà ed inizia la prepotenza che è negazione della libertà stessa. La distinzione tra erotismo e pornografia  è dobbligo. L’erotismo ha la sua base nella pulsione istintuale e la sua sublimazione comporta le espressioni dellarte, della fede e del civismo, vedremo come. Lattrazione tra i sessi, il gioco amoroso, fa parte della natura ed è cosa spontaneamente buona come apprezzare il cibo ( col suo raffinamento culturale: larte della cucina). La pornografia (che non è certo la nudità artistica), invece, può, da un punto di vista psicologico, veicolare  devianze e regressioni psichiche. Tanto c’è bellezza e piacere nellerotismo, tanto squallore e prevaricazione può trovarsi nella pornografia, dalla pedofolia al sadomasochismo, violenza e stupri, tutte le perversioni possibili ed immaginabili, attraverso questultima, sono accessibili, insomma fattori psicogeni capaci di ledere lintegrità psichica. Ciò sia chiaro, indipendentemente da preconcetti morali. Si sa come limitazione coinvolga particolarmente gli adolescenti, è  stato sufficiente un film in cui un gruppo di giovani si sdraiava sulla strada sfidando la morte per innescare una moda. E nella pornografia è disponibile ogni devianza.

Sarebbe bello un mondo dove la sessualità (col suo valore proiettivo dellamore che è la sovrastruttura del bisogno fisico) fosse libera da sofferenze, paure, coercizioni, plagi ricattatori, oggi così frequenti, invece mai come oggi, nonostante lacclamata liberazione sessuale dei paesi industrializzati, sono esistite così tante patologie psichiche legate alla sessualità.

A mio avviso non è  corretto incolpare le religioni dei problemi legati alla sessualità in quanto, nella loro sostanza, prima dei dogmi e degli sviluppi teologici, non sono contro lerotismo (a latere linduismo in cui ci sono perfino dei templi dedicati alleros e le religioni arcaiche dove i simboli duali della totalità divina, cielo e terra, sono rappresentati da un pene eretto e da una vagina). Già si è detto con quanta delicatezza, senso del rispetto e gentilezza parla della donna il Corano e il suo profeta. Gesù è  stato estremamente conciliante perfino con certi eccessi sessuali, perdonando ladultera che stava per essere lapidata (Chi di voi non ha peccato scagli la prima pietra) ed ha avuto tra i discepoli prediletti, così vuole la tradizione, una ex prostituta, la Maddalena (della quale si  favoleggiato come sua possibile compagna, in realtà ogni riferimento alla vita sessuale di Gesù è  solo ipotetico essendo assente nei Vangeli anche apocrifi , escludendo un passo del vangelo di Filippo NH II,63,30-64,5.).

Nella mistica, soprattutto,  è sempre presente lanalogia dellamante e dellamato, del dolore della separazione e della gioia dellunione, del sapore dellestasi come orgasmo. Nel tantrismo questi accenni poetici trovano forma compiuta. Del resto, per quanto ci è dato sapere, lenergia che muove la vita e luniverso visibile (ed ogni nostra azione) è la stessa, pur sensibilizzata in vari modi e su diversi livelli,  la continuità è   sempre presente, dallatto fisico grossolano a quello più sublime (ed è  anche il concetto di libido secondo Jung). Proprio per questo, è almeno plausibile pensare che il modo in cui noi ci relazioniamo nella vita sessuale e in genere con gli altri, col mondo, si riproponga a livello spirituale. Quel che è sbagliato qui è  sbagliato là, e per dirla con la filosofia confuciana nella disposizione danimo con cui ci si rapporta con la vita terrena (e cosa c’è di più terreno della sessualità?) ci si rapporta col Cielo. Un tipo coatto, rigido nella sessualità non può  essere libero nella spiritualità percependone solo il guscio in forme fondamentalistiche e fanatiche come A.Lowen ha ben evidenziato. La  sublimazione dell'amore di san Paolo, dipinta meravigliosamente nell'Inno alla Carità, non deriva dunque dalla repressione o dalla paura della sessualità nè al contrario, la sua fruizione, come descritta dal Corano e dal suo profeta, preclude alla sua elevazione spirituale. Il sesso vissuto in modo gentile e con buoni sentimenti già di per sé lo trasforma e umanizza.

Spesso mi viene chiesto se certa sessuofobia e certe devianze allinterno del cristianesimo siano derivate da problemi teologici. Nel cristianesimo anche allinterno della stessa Chiesa ci sono denuncie che riguardano il dilagare dellomosessualità e della pedofilia fin dal medioevo con la richiesta di provvedere a risolvere il problema. Oggi, comunque, mi risulta, che la percentuale di pedofilia e di omosessualità dentro e fuori la Chiesa, sia circa la stessa, cambia la risonanza poiché viene delusa l’aspettattiva di fiducia verso il ruolo sociale del sacerdote.

Nel mondo cristiano si è talvolta giunti a conclusioni senza fondamento: se non si sà nulla della vita sessuale di Gesù o se si stabilisce che non aveva pulsioni sessuali come gli altri, il sesso feve essere relegato tra le “cose brutte come il peccato (al limite tollerato per fini procreativi). Pur non essendoci nessun dogma a tal proposito la tradizione vuole che  Gesù, pur essendo vero uomo, fosse immune dall’attrazione e dall’espressione erotica. In ogni caso, nel contesto ebraico dellepoca, se Gesù fosse stato omosessuale o impotente sarebbe stato emarginato e tanto più, come rabbi: una funzione in cui era tassativo avere una donna al fianco (forse per questo alcuni vangeli apocrifi come di Maria e di Filippo insistono sul ruolo importante della Maddalena a fianco di Gesù). Se infine è nato da una vergine, quindi senza un rapporto sessuale a monte, per molti ciò stava ad indicare che la sessualità doveva essere un istinto diverso dagli altri, qualcosa “di brutto” come si diceva ai bambini. Unaltra identificazione errata è quella di identificare il pomo con il sesso nel mito di Adamo ed Eva: quando i due si accoppiano scoppia il finimondo e scoprono perfino di essere nudi (il senso del pudore come sappiamo dai documenti antropologici e dalla osservazione della psicologia infantile è indotto dalla cultura e non  innato). In realtà il significato dellevento leggendario dato dal testo si lega alla superbia, allo staccarsi dallarmonia con la natura, con lillusione di assumere un potere sulle cose pari a quello di Dio. In tutto questo il sesso proprio non centra. Concepire il sesso in modo negativo deriva dunque da conclusione illegittime ma in fondo assai diffuse nel mondo cristiano. Illegittime e pericolose.

La libido è come un fiume, se non scorre normalmente lungo lalveo straripa o trova altre vie. L’alveo  è una vita sessuale normale, lattrazione tra i sessi, se questo viene ostruito cominciano i guai. La sublimazione nellaffettività e nellazione caritatevole è possibile, ma relativa, e non può essere obbligata se non causando disturbi di vario genere.

Il sesso è un istinto quindi  “buono” ai fini naturali, anche quando si manifesta nei combattimenti tra gli animali per il possesso delle femmine. La selezione naturale  si verifica, tra l’altro, nella lotta per laffermazione del più forte anche se non è tutto. A quanto ne sappiamo, levoluzione non è solo determinata dalla selezione, la quale favorisce non tanto il più forte ma il più adatto ( non si vedono infatti più tirannosauri in giro). I cambiamenti nellalbero evolutivo sono dovuti soprattutto alla collaborazione delle cellule tra loro, a una loro risposta evolutiva alle situazioni ambientali. Noi stessi siamo esseri pluricellulari e dobbiamo la nostra identità alla felice cooperazione di qualche trilione di cellule. Non è necessario che queste cellule, per formare un organismo siano unite tra loro, si pensi a un formicaio ed ad un alveare dove ogni individuo ha mansioni diverse per la sopravvivenza dellinsieme. L’organismo opera come un tessuto sociale dove ogni membro è come una cellula sacrificabile per la salute comune. Bene, da questa collaborazione delle cellule e degli organismi tra loro, nascono le strategie più idonee per la sopravvivenza, per adattarsi allambiente. I geni, sempre a quanto ne sappiamo, rappresentano la memoria, detto in grosso modo, lelemento riproduttivo, non lintelligenza biologica, infatti una cellula privata di DNA, seppur incapace di riprodursi, continua a vivere, cibarsi ed evitare i pericoli ambientali. Lintelligenza sta nel tessuto percettivo dellorganismo (la membrana per la cellula) che selezione ed elabora i dati provenienti dallambiente. Era stato Lamarck ad avere questa intuizione poi passata nel dimenticatoio perché non si poteva provare, ma nellultimo decennio diversi studi (pubblicati anche da nature e da scientific american) sembrano dimostrare la validità non solo di questa teoria ma delle antiche visioni di Gaia, dove tutto è  interconnesso in un organismo unico. A mio parere c’è una intelligenza intima alle cose: leggi di ritmo e simmetria, di armonia dunque, dove le sfide tra gli animali o degli spermatozoi per il più forte, stanno solo alla superficie di un quadro più complesso. Poi alla fine, è madre natura, lovulo a scegliere.

 La vita, non solo per i sufi ma per tutti i mistici, è un dispiegarsi di amore. Questo aldilà di ogni romanticismo, a cominciare dal fatto che l'innamoramento non  è di natura spirituale. E’ materiale, biologico, tanto  vero che aumentando la percentuale di serotonina nel sangue ( la quale quasi si dimezza nella fase dell'innamoramento, come in una vera e propria patologia psichica, sul tipo delle ossessioni maniaco-compulsive) il fenomeno emotivo tende a diminuire fortemente. Certe alterazioni in cui linfatuazione si combina a forme maniacali di gelosia sono state curate con successo in questo modo. E' una questione quindi chimica finita la quale pure il romanticismo svanisce. Ovviamente è una cosa bellissima, strategia della natura per la procreazione, ed  per questo che a differenza delle forme maniacali lo scombussolamento biochimico è temporaneo.

Quindi innamorarsi serve. Siano le rane o i gatti o gli esseri umani a soffrire le pene d’amore il fine inconscio è la riproduzione. Una volta nato il piccolo l’istinto fa in modo che  la madre si prenda cura di lui, almeno nella maggioranza dei casi ( raramente è il padre ad assumersi l’onere, più frequente, specie tra gli uccelli, la condivisione delle fatiche dei genitori) . Questo succede quasi ovunque in natura a eccezione degli animali più complessi, soprattutto tra i primati. Il cosiddetto istinto paterno o materno non esiste tra i primati e quindi neanche nell'uomo. Privato di cure affettive nell'infanzia l'uomo sarà incapace di sentire tenerezza e amore per la sua prole e in genere nei confronti dei bambini. E' quindi un fatto emotivamente appreso, registrato nell'inconscio e poi riprodotto, di istintuale c’è solo la tendenza. Il cosiddetto “effetto cucciolo” che stimola il senso di protezione in molti mammiferi, dimostra questa predisposizione. Ma nell’essere umano le cose sono più complesse: la cura e l’attenzione verso la prole  è insomma una qualità appresa. E’ una educazione sociale dei sentimenti che si è dimostrata utilissima per la nostra specie. Particolarmente importanti sono i primi momenti dopo la nascita, l'imprinting affettivo tra madre ed il figlio, la mancanza del quale può comportare seri inconvenienti futuri.

Da più parti del mondo della psicoterapia e dell'etnopsichiatria si sottolinea la cattiva abitudine di non pochi moderni reparti di ostetricia, di privare la madre ed il figlio appena nato, del primo incontro ( per le procedure di peso e pulizia, solo dopo le quali il figlio viene riconsegnato alla madre come un pacchetto confezionato ). L'analisi ha dimostrato che questo trauma non sarà dimenticato e porterà serie difficoltà soprattutto nella femmina. In altri termini si toglie un valore basilare al deposito della banca affettiva dei sentimenti. Negli altri primati addirittura, se privati dell'imprinting, la futura madre sarà indifferente al figlio e per l’uomo ò lo stesso. Come diceva Lowen, la psicologia diventa fallimentare se dimentica il corpo e l’animalità. L’uomo  ha anche un corpo animale soggetto a tutte le leggi del mondo fisico e naturale,  il suo potenziale umano è necessariamente condizionato da quello biologico. Alla base degli affetti, e quindi anche delle tenerezze e delle gioie sessuali, c'è un fatto di educazione dei sentimenti che i genitori ritrasmetteranno ai figli, non sono doveri ma atteggiamenti, cariche emotive, valori affettivi che si assoceranno, nel momento sessuale, all'istinto del piacere.

La cultura quindi, nella trasmissione di saperi legati alla sfera intellettiva e affettiva, è  fondamentale nell’uomo. La materia grezza di atomi che si attraggono e di pulsioni che si manifestano si sublima nell’uomo nell’arte di vivere, pensare ed amare, di volgersi verso l’assoluto. Per questo i sufi parlano di una eterna ricerca dell’Amato ed è solo nell’Unione il fine dell’esistere di ogni atomo e di ogni essere dell’universo. Così  si esprimeva  Rumi: Se non fosse stato per il desiderio e la speranza del frutto perché il giardiniere avrebbe piantato la radice?”

 

dott. prof. Nazzareno Venturi

 

 

http://www.amazon.com/dp/B00AMOKLZ8

 

Edizione online del saggio di Nazzareno Venturi sulla psicologia transazionale, pubblicato e ormai esaurito su carta stampata dalle ed.Sufijerrahi nel 2010. Il testo spiega non soltanto il transazionalismo ma situazioni ad esso correlate dal senso di colpa alla paranoia con un linguaggio libero da inutili tecnicismi.

 

(ogni trascrizione completa o parziale dei saggi presenti sul caravanserraglio, essendo provenienti da pubblicazioni copyright, può essere fatta solo tramite autorizzazione )

 


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