STORIA DELLA CARTA

Dottor Prof. Gabriel Mandel


Se l'essere umano non fosse legato al mondo fenomenico gli basterebbe ideare un pensiero e proiettarlo pensandolo. Per trasmetterlo dovette invece inventare una prima categoria di simboli, le parole, e poi per fissarlo in modo permanente una seconda categoria di simboli, la scrittura. Da qui tutta una serie di supporti scriptorii - dalla tavoletta di creta alla pergamena e via via sino alla carta - per fissare i segni grafici. E quando inventò la carta (il supporto migliore per la sua scrittura) ben presto inventò anche la stampa.
La stampa. Sua invenzione in Cina a partire dal primo secolo dopo Cristo. Stampaggi da steli, poi da libri tabellari, poi con caratteri mobili.
La carta:   78-80 dC - Cina. Datazione attendibile (C14 ± 45) di un frammento di lettera su carta inviata da una guardia della Grande Muraglia. E' conservato al Palazzo dei Musei di Beijing.

105 - Luoyang (Cina). Il ministro dell'agricoltura Cai Lung presenta all'imperatore Ho della dinastia Han una relazione sulla tecnica di fabbricazione della carta.
98-110 - Frammenti di carta rinvenuti a Edsin-gol (Kharakhoto, Tsakhortei) dalla spedizione Folke Bergman (1931). Si tratta precipuamente di carta per scrivere; carta per avvolgere era già in uso da tempo.
250 c. - Carta rinvenuta dalla spedizione Aurel Stein a Niya (Turkestân).
264 - Un foglio di carta "datato" è rinvenuto dalla sped.Aurel Stein a Loulan.
399 - Una fabbrica di carta apre a Turfan (Xinjiang), oasi turca di notevole importanza sulla Via della Seta.
dal 406 al 996 - Più di diecimila rotoli databili vengono raccolti in una stanza-archivio di Tunhuang (Turkestan). Per inciso: in Cina viene anche ideata la cosiddetta "carta moneta", detta anche "biglietto di banca", la cui comparsa ad opera di società bancarie cinesei avvenne tra il IX° e il X secolo, mentre il primo biglietto di Stato risale all'imperatore Taizu, primo della dinastia Ming (1368-1398).
618 - La carta esce dalla Cina. Prima cartiera in Giappone, ad opera del monaco buddhista Dokyo.
650 - Viene aperta a Samarkanda ( Uzbekistân) la prima cartiera.
707 - Alla Mekka il califfo cUmar usa carta importata dalla Cina.
751 - Battaglia sul fiume Tharaz. I musulmani guidati da Ziyâd bn Sâlih, vinti i cinesi, conquistano Samarcanda, e fra i prigionieri si contano numerosi cartai turchi della città.

Dal radicale K-Â-GH (disteso) il termine uzbeko kakhda, il turco kagit, il persiano kâghaz e l'arabo kâkhad. Dal radicale derivò l'arabo qartâs: foglio di carta, carta da avvolgere (waraq invece fui il termine per la carta da scrivere, in particolare per i libri, da cui il termine warraqin: amanuense, copista, editore di libri); ed il tardo-greco ???te?. Ne deriva l'italiano CARTA (il latino patristico charta). In italiano abbiamo ancor più precipuamente: cartoccio, cartasi, cartazzo, che è proprio la carta da avvolgere; e in spagnolo alcartas, detto anche cucurucho. Dall'arabo rizmah l'italiano "risma" (pacco di 500 fogli di carta - ma un tempo di 480 -  ; unità di misura ancor oggi in uso). Un tempo si ebbero in Italia anche le forme dialettali: risima, rixima, rsima, resma. In spagnolo resma. Il termine figura in Diplomi del XV° secolo e negli Statuti di Asti (Ducange, VII, 195): «papirus ponatur et solvat pro qualibet risma.»

*793* - Hârûn âlRashîd (califfo dal 786 all'809) fa giungere mastri  cartai dalla Cina per stabilire cartiere a Baghdad (Iraq).
800 - La carta è importata in grandi quantità da Samarkanda e da Baghdad in Egitto, nella Tihama e nello Yemen.
900 - Prime cartiere in Egitto.
950 - La carta è introdotta nella Spagna musulmana.
985 - Damasco: apertura di cartiere che per alcuni secoli esporteranno la carta in Europa (charta damascena).  Apertura di una grande cartiera a Tiberiade.
1040 - Apertura di cartiere a Tripoli, Hama, Hierapolis e Manbij (in Bisanzio detta Bambuke, da cui "carta bombacina").  In Grecia l'imperatrice Irene scrive un breve su carta importata da Tripoli.
1100 - La carta è testimoniata a Costantinopoli. Apertura di una cartiera a Fez. Dopo circa ottant'anni la città possiederà quattrocento mulini per la fabbrica della carta.

Importanza della carta nell'Îslâm. Abbiamo visto la diffusione della carta nei paesi islamici a partire dall'VIII° secolo. Una carta accuratamente fabbricata, e la cui superficie è accuratamente differenziata con tecniche di allisciatura, di preparazione con bianco d'uovo o con altre sostanze analoghe. La carta diede al mondo islamico la possibilità al mondo islamico di allargare i confini del sapere in ogni campo delle Scienze, in accordo con l'incentivazione allo studio delle scienze propugnata dal Corano e dai Detti del Profeta Maometto; ma anche di diffondere i testi mistici dei Mestri sufi e i numerosissimi testi letterari.  l'Editoria come industria di massa tramite i copisti (warraqin) fu iniziata in paesi musulmani nel X secolo; e le Librerie divennero centri culturali, da Granada a Samarcanda. ÂlYa`qubi ne numerò circa cento a Waddah, sobborgo di Baghdad. *Mille anni fa la Biblioteca pubblica di Córdoba contava 40.000 libri; in pari tempo la più ricca d'Europa, quella del Vaticano, ne possedeva 986. La Biblioteca Bait âlHikmah (La Casa della Saggezza) venne fondata a  Baghdad nell'815. Nel 1200 Baghdad aveva 36 biblioteche pubbliche. Al Cairo, la Khizanah âlKutub, possedeva un milione seicentomila libri, disposti in quaranta sale. Sale dotate di validi strumenti bibliografici: cataloghi, bibliografie, vocabolari, dizionari, enciclopedie, repertori. Di conseguenza, musulmana fu l'organizzazione e la gestione delle biblioteche, e gli schemi di classificazione dei libri.
1109 - L'atto di morte di re Ruggero di Sicilia, redatto in arabo e in latino, costituisce il primo documento ufficiale su carta nell'Europa cristiana; ma è certo l'uso della carta già da tempo.
1150 - âlÎdrisî, celebre geografo arabo (1100-1166) scrive: «Shatiba [Xàtiva, oggi San Felipe de Jàtiva, Spagna] è una gradevole città con castelli, la cui bellezza e potenza sono diventate proverbiali. La carta vi è preparata come in nessun altro luogo civilizzato, ed è mandata ad est e ad ovest.» In seguito altre città dai mulini famosi furono Valencia e Toledo. Passati nelle mani dei re cattolici, persero la supremazia.
1154 - Un registro notarile di Ginevra  è vergato su carta.
1216 e seguenti - Enrico duca di Narbona e conte di Tolosa scrive a Enrico III d'Inghilterra missive su carta. E in seguito lettere consimili vengono inviate dalla Castiglia a Edoardo 1° d'Inghilterra.

1223 - Inizia a Venezia la stesura del Liber plegiorum,  su carta grossolana.
1228 - Un atto su carta inviato alle suore di Goess in Stiria dall'imp. Federico II° che per altro nel 1231 proibisce l'uso di carta nella sua Cancelleria.
1276 - Prima menzione di una cartiera a Fabriano (Ancona), con un conduttore e tre maestranze musulmane dall'Andalusia. Nel 1278 viene trasmessa ai monaci di Montefano. Una seconda cartiera vi viene aperta nel 1283.
1287 - Francia. La contessa Giovanna di Navarra possiede la cartiera di Moulin Le Roi, a Tournois-les-Troyes (Tryes). Ai primi del Trecento passa ai La Noë; il 5 marzo 1337 al canonico Obert Todesco di Piacenza, e poi da lui al Capitolo.
 Appaiono in Italia le prime marche in filigrana.

*** Grazie ai procedimenti giunti dai paesi musulmani, oramai la carta è fabbricata anche nell'Europa cristiana. Base per la fabbricazione della carta sono gli stracci. Ve ne erano pochi in Europa quando gli indumenti erano essenzialmente di lana, poiché la lana usata si recuperava, con la sfilatura o la cardatura. Dall'Îslâm giunsero nell'alto medioevo in Europa, molti tipi di tessuti che l'Europa ignorava, tra cui la cotonina (dall'Egitto), la mussolina (da Mossul, in Iraq), il damasco (da Damasco, appunto), e il velluto. Va considerato che massimi centri produttori di stoffe erano allora essenzialmente l'India e l'Egitto; e questo fu uno dei motivi per cui l'Inghilterra conquistò e colonizzò questi paesi; trasportando poi la coltivazione del cotone nella parte sud delle sue colonia d'America, e portandovi anche gli schiavi dall'Africa nera, schiavi il cui mercato era totalmente in mano degli inglesi.
Mi vi è un'altra considerazione da fare. Con l'introduzione della Carta in Europa dai paesi islamici (carta di lino, di cotone, di fibre vegetali manipolate a mano) si svilupparono anche nuove tecniche d'arte. La possibilità d'una rapida annotazione dell'idea pittorica andò di pari passo con l'utilizzo delle grane e di nuovi strumenti quale la matita, o di nuove tecniche quali la punta d'argento. Si poterono così avere nuove tecniche quale l'acquerello, il pastello, ma soprattutto il fiorire dell'incisione, sia xilografica che calcografica e alla fine litografica e permeografica.

1325 - A Venezia vengono redatte su carta le sedute del Consiglio dei Dieci.
Un registro viene redatto su carta per l'imperatore Enrico VIII° (impo. 1308-1313), ed è conservato a Torino.
1340 - Apertura di una cartiera a Padova, e poco dopo a Treviso. Da qui le cartiere derivate dalla
Spagna musulmana si diffondono per tutta l'Europa del Nord.
1352 - Inghilterra. Prima quotazione della carta: «A Georg Cosyn, per un quaterno di carta reale... 10 monete» Venti quaterni formavano una risma.

EBRU
Un aspetto particolare della carte e della sua fabbricazione è dato dalla cosiddetta "carta marmorizzata", in turco "Ebru". Nei risvolti dei libri vecchi, sulle copertine delle cartellette sino ai primi decenni del XX° secolo appena trascorso, abbiamo occasione di vedere molti esempi di questa carta marmorizzata.
Secondo alcuni autori la "carta marmorizzata" trasse origine in Giappone nel IX° secolo, ma non se ne hanno notizie certe. Molto usata nella Turchia ottomana, vi ebbe grande diffusione nel XVI° secolo, periodo cui appartengono i primi esemplari giunti sino a noi. E' possibile che i suoi artigiani abbiano tratto ispirazione dai parati di marmo bizantini di cui è ricca ad esempio Santa Sofia a Istanbul.
Nel 1610 il rilegatore Macé Ruette l'introduceva a Parigi; e venne conosciuta dai legatori inglesi nel 1625.  Francis Bacon scrisse nel suo Sylva Sylvarum (1627): «I Turchi hanno un gradevole tipo di carta lavorata. Prendono vari colori... e fanno la carta marmorizzata.»
Gli Olandesi conobbero l'ebru nel 1675, diventandone maestri. Una prima descrizione tecnica venne scritta dal tedesco Johannes Kunckel nell'Ars vitraria experimentalis (1674), e il trattato europeo più completo fu quello dell'ungherese Joseph Halfer, pubblicato nel 1884.
In Turchia si può dire che ogni grande calligrafo abbia prodotto da sempre carta marmorizzata di alta qualità, e ancor oggi vi sono artisti specificatamente specializzati in ebru. Centri europei sono oggi Venezia, l'Olanda - due contrade da sempre in diretto contatto con Istanbul - Parigi e Londra.

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