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da http://ecumenici.altervista.org/

INTERVISTA A GABRIELE MANDEL DI LEONHARD RAGAZ

 

Puo' professore Gabriele Mandel Khàn   per gentilezza autopresentarsi?

Sono un  essere umano, che ha  passato una gran parte della sua vita a capire i propri limiti, la sua insignificanza davanti all'Infinito, a capire l'inutilità dei propri sforzi che comportano tuttavia l'obbligo di fare comunque del proprio meglio.

Riesce a dare una definizione schematica ma esaustiva del sufismo?

I Sufi sono i mistici dell'Îslâm, organizzati in Confraternite all'incirca come i frati e le suore nel Cristianesimo. Il loro motto è: «NEL mondo ma non DEL mondo, nulla possedendo e da nulla essendo posseduti.»

Lei ha dato un apporto fondamentale per la   realizzazione in italiano della versione in sei volumi de Il Mathnawì. Gradisce parlarcene direttamente?

 È al momento l'unica versione in italiano. Direttamente dal fârsî (persiano). Come già feci per la versione del Corano, ho cercato di studiarne una resa filologica accurata. Il Mathnawî è il più vasto poema mistico dell'umanità tutta (50.000 versi, due volte la Divina Commedia). È anche detto "Il Corano in versi". Il suo autore, Jalâl âlDîn Rûmî (1207-1273) è considerato il san Francesco dell'Îslâm e il Dante Alighieri  delle genti turche. Questa versione è stata pubblicata in veste ufficiale dal Municipio di Konya (Turchia) e dalla Presidenza della Mewleviyya, sotto l'alto patronato del Governo turco. Ne avremo a breve anche una edizione italiana a cura della Bompiani.

Cosa è la Confraternita Sufi Jerrahi-Halveti?

I Sufi sono organizzati in Confraternite (turuq, singolare taryqa). Una delle sette principali Confraternite è la Khalwatiyya (in turco Halveti), e a sua Via mediana è la Jerrahiyya (in turco Jerrahi). La sua Casa Madre è a Istanbul. I Jerrahi-Halveti sono paragonati ai Domenicani. Forse perché fra di noi abbondano i docenti universitari, gli scrittori, i poeti, i pittori e soprattutto i musicisti.

Ci offre un suo ricordo personale del nostro amato Presidente Pertini ?

 Un uomo di grande equilibrio e di un amore autentico per la cultura. Mi piacque quando, durante una visita, raccontò barzellette a mia moglie, mettendoci tutti a nostro agio e creando un clima di cordiale amicizia.

Ha recentemente tenuto una conferenza su "Arte e Ambiente nella cultura islamica", organizzato dalla Federazione Italiana Donne Arte Professione Affari: come è andata? Quali tesi principali sono emerse?

Una buona  conferenza non è opera dell'oratore, ma di un buon pubblico. È andata molto bene. Soprattutto è emerso il concetto che l'arte islamica ha di continuo influito lungo il corso dei secoli sulle arti dell'Europa, ma viceversa, in un continuo scambio culturale come è avvenuto anche - e  forse soprattutto - nelle Scienze.

Qual è il suo rapporto con la psicologia?

Sono psicoterapeuta da cinquant'ani. Il mio primo psicoterapeuta didatta fu Cesare Musatti, poi ebbi Silvia Montefoschi. Passai alla Psicoterapia su consiglio di miei amici neurologi quando con la Guerra dei Sei Giorni non ebbi più campo di esercitare come direttore dell'Istituto di archeologia islamica del Governo di Giordania, in effetti passando dagli scavi nel terreno agli scavi nella psiche. Comunque conoscevo già la Psicoterapia dei Sufi, poiché in effetti i primi Psicologi, mille anni or sono, erano i Maestri sufi, che stabilirono i principi organizzativi della Psiche (Avicenna ad esempio), i primi psicofarmaci i cui principi sono utilizzati ancor oggi, e furono i creatori dei primi Manicomi. Come loro, perfezionai la conoscenza (Laurea in Psicologia), con lo studio della Medicina (Facoltà di Pavia), per me assolutamente necessaria per esercitare in modo completo la Psicoterapia.

Si occupa anche di archeologia: esattamente di cosa si interessa?

Con la Guerra dei Sei Giorni smisi. Oggi è archeologo mio figlio, e guarda caso lavora anche lui in Giordania, con l'eminente archeologo padre Michele Piccirillo. Anche la mia prima figlia, Gabriella Brusa-Zappellini se ne occupa, ed ha fondato un nuovo Istituto all'Università: l'Istituto di Paletnologia.

E' disponibile a mantenere un legame di amicizia con questa newsletter: troviamo molto deludente l'impegno di una sola giornata di dialogo con l'islam. Occorre maggiore dialogo e comprensione reciproca.

Senz'altro, e con molto piacere. Nello spirito del motto: «Salute a voi, banditori!»

Ci suggerisce una lettura in italiano sulla mistica? Non le nascondo la valutazione personale che l'islam rappresenta fra le tre grandi fedi il monoteismo più rigoroso. Non possiamo dire la stessa cosa per molte confessioni cristiane e per l'uso di un termine addirittura al plurale nel canone ebraico per indicare Dio. Lei cosa ne pensa?

Dico, per scherzare, che gli Ebrei danno a Dio del LEI: è un Dio terribile, pauroso, che pretende più di trecento osservanze. Che i Cristiani danno a Dio del VOI: è una trinità, sono tre persone. Che i Musulmani danno a Dio del TU: è un dialogo diretto con l'Unico.Una lettura? Il mio La Via al sufismo, della Bompiani. Certo: la lettura più consigliabile è il Mathnawì di Jalâl âlDîn Rûmî. Ma attenzione: come in tutte le cose, ci sono oggi, anche in Italia, conventicole di falsi sufi, libretti che parlano di Rumì senza che il loro autore abbia mai letto di Rûmî neanche una riga, presuntuosi paranoici che inventano sul Sufismo le cose più assurde, perfino una compagnia di falsi dervisci roteanti che scimmiottano il vero Semà dei Mevlevi di Konya, e tutti pretendono invece di possedere solo loro la conoscenza autentica. Ohimé: la pazzia è tanta, la presunzione paranoica degli ignoranti ancor più, lo squallore del degrado dei valori umani aumenta. Ma il Sufismo, quello autentico, luminoso e reale, ci salva..

Pace a bene a tutti. Anche a loro.

 

Gabriele Mandel,

 

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