sito ufficiale di Gabriele Mandel:

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da : NETHIX

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Incontro con Gabriel Mandel

 

In una sera di mezzo inverno io, Antonio Agriesti e Gianni Rubagotti abbiamo avuto il piacere e l'onore di incontrare Gabriel Mandel, un uomo straordinario, se non altro per la facilità con cui esprime il proprio talento in svariati settori.E' un maestro sufi, finora ha pubblicato 180 libri, lista destinata presto ad aumentare, svariando dalla poesia allo studio delle lingue ; inoltre è anche pittore ed incisore. E' una di quelle persone di fronte alle quali, pensando a tutto ciò che hanno fatto e stanno facendo, dubiti che concedano parte del loro tempo al sonno, oppure pensi che possiedano il dono dell'ubiquità.
Egli ci ha accolto in casa sua con molta ospitalità mettendoci subito a nostro agio. Più che una vera e propria intervista, è stato un piacevole colloquio a ruota libera.
In particolare ci premeva sapere come lui riuscisse a coniugare la dimensione mistica di maestro sufi con la materialità della vita quotidiana, la spiritualità islamica con la cultura del mondo occidentale. Prima, però, vi fu una breve parentesi sulla reincarnazione. Lasciamo la parola al maestro :
MANDEL: "Io credo alla reincarnazione, a differenza di colui che presumibilmente sarà il mio successore. Proprio su tale tema terrò nuovamente una conferenza a Milano. Ritengo che la reincarnazione sia uno dei "sistemi" più probabili che esistano, non solo, ma dovete considerare che l'esistenza dell'anima scientificamente non si può provare, mentre si può provare scientificamente la reincarnazione. Infatti, il maggior, chiamiamolo così, "esperto di reincarnazione" è Ian Stevenson,  docente universitario di psichiatria all'Università di Charlottesville, Virginia. Lui fa ricognizioni a livello scientifico, cioè applicando gli stessi valori della psichiatria per le ricognizioni psichiatriche, sulla reincarnazione. Ha pubblicato un libro, "Twenty Cases Suggestive of Reincarnation" (nel 1974, edizione italiana "Reincarnazione : venti casi a sostegno", Eco, Milano, 1995), qualitativamente di scienze precise.
I sufi, quelli che credono nella reincarnazione, ritengono che possa avvenire solo con un corpo umano, poiché occorre anche avere il libero arbitrio, la possibilità di scelta, cosa che nell'animale non è possibile. Per quanto riguarda il karma, so bene che ognuno ha le proprie idee, tuttavia, noi come sufi, quel quaranta per cento che credono nella reincarnazione, noi crediamo che funzioni così: ci si reincarna in un altro corpo umano al fine di depurare la nostra anima dalle negatività assunte, dalle azioni negative fatte (infatti, karma significa "azione"), dal momento che, sempre secondo i sufi, la nostra anima è divina, è Dio, è una goccia dell'oceano infinito che è Dio, tale oceano è di acqua pura, diciamo così sempre per allegoria, quindi è indubbio che una goccia di acqua non pura non ci può tornare, pertanto si deve purificare. Questo da una parte, dall'altra, perché siamo sulla Terra? Sempre secondo i sufi, per sperimentare una delle qualità, uno degli aspetti di Dio. Egli è creatore, quindi noi per sperimentare la creazione dobbiamo essere creati e vivere nella creazione, allora sappiamo di cosa si tratta e così ci avviciniamo sempre più alla conoscenza di Dio.E' lo stesso principio per cui uno che senta parlare dell'India, può leggere quanto vuole, ma sarà sempre ben differente la sua conoscenza da quella di uno che è stato in India, che vi ha vissuto. Quindi, noi viviamo nella materia per sperimentare questo aspetto di Dio.

A questo punto la sua gentilissima moglie ci offrì the ed altre bevande per accompagnare i pasticcini che avevamo portato, come per nutrire anche il corpo dopo l'antipasto che già era stato offerto allo spirito con quelle poche, ma affascinanti parole.

Dopo il breve intervallo, riprendemmo la chiacchierata.

NETHIX: "Curiosando in rete , ci ha colpito il fatto che lei abbia raccolto delle citazioni su Al-Hallag (check)."
MANDEL: "Sì, ho scritto un libretto."
NETHIX: "Non è la persona che ha detto "Io sono Dio"" ?
MANDEL: "v, sì, "io sono il Veritiero", cioè "Io sono Dio", proprio come ho appena detto io : ognuno di noi ha un'anima, l'anima è una goccia di Dio. L'anima è Dio. Ecco perché non sappiamo cos'è l'anima, perché non sappiamo neanche che cosa è Dio. "
NETHIX: "Invece, nella Bibbia si dice che siamo tutti creature di Dio, ma Figli di Dio si diventa."
MANDEL: "Per noi musulmani Dio è creatore, punto e basta."
NETHIX: "C'è una sua poesia che si chiama "Ispirazione Dio", dove si dice che "tutto si fa nel tempo, tutto si disfa. Unico rimane il colloquio dell'anima con Dio". In questi versi c'è molto misticismo"
MANDEL: "Infatti, i sufi sono proprio i mistici dell'Islam."
NETHIX: "Ci chiediamo, come fa lei a far convivere la sua anima mistica con le attività molto concrete, dalla medicina alla psicologia, dalla lavorazione della ceramica, che è materia, al ferro battuto, dalla pittura, alle incisioni ?"
MANDEL: "Come ? ....l'equilibrio, che è il settimo dei livelli discussi nelle nostre riunioni. Ogni anno abbiamo un livello ascendente, che poi si ricollega di nuovo col primo ecc.... Il primo è il Suono, e parlo di suono con una certa profondità, il secondo anno la Luce, terzo anno il Numero, quarto anno la Lettera, quinto anno la Parola, compresa la parola di Dio, sesto anno il Simbolo, settimo anno Ritmo e Simmetria, che vuol dire Equilibrio. Ora, quando lei prende una bilancia, i due piatti sono in equilibrio. Se lei mette un chilo in un piatto, che effetto ottiene ? Si squilibra, per riequilibrare cosa deve fare ? Deve mettere un chilo anche dall'altra parte. E allora, tanto procede nella sua spiritualità, tanto deve procedere nella sua vita materiale. I sufi dicono una frase chiarissima in questo senso : "Nel mondo, ma non del mondo." Quindi, noi (sufi) siamo nel mondo, paghiamo le tasse., ci sposiamo, lavoriamo..., le solite cose comuni."
NETHIX: "Però c'è stato qualche sufi che ha predicato, anche se non in maniera ufficiale, la castità. "
MANDEL: "Ma non è sufico, perché non è islamico, assolutamente no. Poteva essere una scelta sua, assolutamente personale. Non implica per niente il sufismo perché il sufismo è anzitutto islamico : per essere sufi, bisogna essere musulmani e bisogna osservare la "Shari'a", la legge islamica, per cui per l'Islam la castità assolutamente non esiste. Ciò non esclude che uno possa scegliere di essere casto, ma vale solo come scelta personale. E' libero di scegliere, non è libero di imporlo a me, e quindi non me la venga a predicare. Se io non fossi stato sposato, se non avessi superato i sessant'anni e, naturalmente, non avessi fatto tutto un percorso sufico, mai sarei stato nominato Vicario Generale della nostra Confraternita per l'Italia. Se non ero sposato, non sarei stato nominato, e per di più, è logico, quando uno ha superato i sessant'anni vuol dire che, se si è sposato in normale età, ha già fatto molta esperienza di matrimonio, si sa anche che è un buon marito ecc...
Comunque, nel mondo, ma non del mondo; cioè siamo dentro il mondo, ci viviamo dentro, non ce ne separiamo per niente, siamo parte del mondo, ma non siamo presi dai suoi orpelli, dalle sue vanità."
NETHIX: "Sappiamo che lei ha firmato una petizione del Cardinal Martini sulla reciproca tolleranza religiosa. Forse ai livelli alti c'è più tolleranza perché c'è anche più conoscenza, ma come vede l'incontro tra il mondo islamico e quello cristiano occidentale a livello dell'uomo della strada, dato anche gli avvenimenti recenti, come quello della moschea di Lodi (dove il sindaco vuole donare il terreno per la moschea e ci sono varie manifestazioni di piazza contro questo provvedimento) ?"
MANDEL : "Beh, vede, ritengo che queste manifestazioni hanno luogo perché non si conosce, perché c'è ignoranza Comunque, sono necessarie anche queste perché ci vuole di tutto per fare un mondo. Non si può pretendere che tutti sappiano tutto e che musulmani, cattolici e gli altri siano tutti laureati in teologia, ad esempio. Ci sono anche quelli che hanno conoscenze molto vaghe, persone che sono molte volte strumento di coloro che ne approfittano, che provocano situazioni di contrasto che non hanno nulla a che vedere con la religione. Situazioni che sono politiche, di potere, di interessi socio-economico-politici, ma in tutto ciò cosa c'entra la religione."
A parte il fatto che il sufi viene a dire che la vera moschea è fatta coi cuori e non con le pietre Però potrei dirle qualcosa d'altro. La mia infanzia, la mia giovinezza l'ho passata in Francia, dove non si poneva assolutamente un problema islamico come si pone in Italia oggi, per il semplice fatto che là l'Islam lo conoscevano da tempo, erano andati anche a conquistarsene un pezzo dall'altra parte del Mediterraneo, mentre invece l'Italia è sempre stata molto indietro (a livello popolare intendo, perché di studiosi dell'Islam ne ha avuti, di magnifici addirittura), perché qui il concetto dell'Islam è nuovo . Quando tutti questi problemi in Francia sono già stati risolti, qui sono appena all'inizio. Li risolveranno qui come li hanno risolti in Francia. D'altra parte questo è il mondo a venire. Un mondo che riconosce, finalmente, di essere un mondo multietnico. Non c'è la possibilità, oggi soprattutto, di tenere i confini stretti. Ormai si attraversano le frontiere senza passaporto. Quando io ero a Parigi, per venire in Italia, oppure il contrario, dovevo andare al Consolato e farmi dare il visto, e per avere il visto, dovevo lasciar lì il passaporto venti giorni, solo per venire da Parigi a qui; oggi ci passo con la carta d'identità, quando me la chiedono! Una bella differenza, ed anch'essa contribuisce a questo progresso nel riconoscere "l'altro". L'Italia deve oggi raggiungere la Francia e le altre nazioni dello stesso livello, dove tale processo è già iniziato cento-centocinquanta anni fa, solo che deve farlo più in fretta.
NETHIX: "Non ritiene che, dato che all'interno dell'Italia vi è il Vaticano, centro della cristianità, almeno quella cattolica, vi possano essere maggiori resistenze, o comunque notevoli influenze a livello culturale e politico, nell'accogliere, tollerare ed integrarsi con altre realtà religiose ?"
MANDEL: Non dovrebbe influenzare, perché il Vaticano dovrebbe per prima cosa osservare il Vangelo, e lì vi è scritto "Dai a Cesare quel che è di Cesare, dai a Dio quel che è di Dio". E poi si trova in Vaticano non in Italia. Roma non è la città vaticana. Il Vaticano è un'altra cosa. "
NETHIX: "Questa distinzione in teoria, di fatto però..."
MANDEL: "No, non ritengo che vi siano questi problemi. Nella Chiesa il dialogo con l'Islam c'è sempre stato."
NETHIX: "Come spiega l'apertura ecumenica e universale del Papa e le dichiarazioni del Cardinal Ratziger che invece ribadiscono ancora il primato del Cristianesimo e della Chiesa Cattolica in particolare ?"
MANDEL: "Ma anche in Parlamento e in alcuni Governi vi sono più partiti, da un estremo all'altro, vi sono opinioni di tutti tipi, come del resto anche fra noi islamici, ma è legittimo, è precipuo del genere umano : ognuno per sé e Dio per tutti."
NETHIX: "Vorrei dirle che mi ha molto colpito quando al telefono, con molta serietà, ci ha parlato di quello che lei chiama "la sua esperienza in Germania con un viaggio pagato..."
MANDEL: "...dai tedeschi. Sì, le SS mi hanno arrestato ed hanno deciso che dopo sei giorni dovevo essere fucilato. Mi hanno messo a San Vittore dicendomi che fra sei giorni sarebbero venuti a prendermi per fucilarmi. Due raggi del carcere, il quinto e il sesto, erano delle SS naziste. Caso volle che, quattro giorni dopo, in carcere scoppiasse il tifo. Ne conseguì che nessuno usciva per evitare di portare il tifo fuori e nessuno entrava, quindi han detto : "Quarantena". Dopo trentotto giorni c'è stata la liberazione e così non mi hanno fucilato."
NETHIX: "In quei tempi, a San Vittore c'era Montanelli, c'era pure Mike Bongiorno."
MANDEL: "Purtroppo, non ci permettevano di andare in giro a conoscerci fra noi. Ci tenevano chiusi in cella, quinto raggio, cella numero 8, matricola 2007; mio padre invece, sesto raggio, matricola 2006, l'avevano arrestato due ore prima di me."
NETHIX: "A noi interessa il rapporto tra il sufismo e le realtà che ha studiato in medicina., se non sbaglio, lei è stato psicologo sufi prima di essere psicanalista."
MANDEL: "Questa è una questione storica, i sufi hanno fondato i primi manicomi. Su tale argomento c'è un bel libro di Domenico De Maio, "La psichiatria nell'Islam del Medioevo", in cui ci sono anche notizie sugli psicofarmaci. Questi manicomi, come le università, sono stati fondati da maestri sufi, non a caso uno dei più grandi maestri sufi è stato anche uno dei più grandi medici, la medicina italiana dipende in gran parte da lui, Avicenna, che era turco, non arabo come riportano alcuni libri, la cui madre era addirittura una principessa di un clan turco.
In fondo, un maestro sufi deve essere uno psicoanalista perché anzitutto deve sbarazzare il terreno, cioè quando uno vuol diventare un sufi deve liberare la mente da tutte le sovrastrutture, i preconcetti. Se quello, invece di cercare Dio, va a cercare papà, allora non arriverà mai a capire Dio.
NETHIX: "Ci può spiegare meglio questa frase ?"
MANDEL: "Qualche volta la religione è soltanto una compensazione o una difesa dalle paure. Allora uno abbraccia la religione, diventa un fedele fervente perché ha paura delle malattie, della morte, della morte dei propri cari ecc..., questo non è essere religiosi, non è capire, adorare Dio, questo è strumentalizzare la religione per farsene una specie di scudo, un'ancora di salvezza, una speranza per l'avvenire perché uno nn vuole morire.
NETHIX: "La psicanalisi non le ha creato nessun problema di compatibilità con il sufismo, neppure per ciò che dice circa la sessualità ?"
MANDEL: "Il complesso di Edipo e le altre teorie della psicanalisi, tutte cose che i sufi, medici o psicologi o psichiatri sapevano già. Io ho solo adattato, ho conosciuto il nostro metodo e questi metodi, naturalmente avvicendando l'uno e l'altro, tanto è vero che, avendo fatto la prima analisi didattica con Cesarino Musatti, quando egli mi ha detto : - Entra nella nostra associazione. - gli ho risposto - Ma neanche per sogno, io non ho mica bisogno di mamma o papà.- Lui era freudiano, a me piace molto di più Jung, tant'è che Musatti fece lui stesso la telefonata all'allora presidente degli jungh'iani, alla Montefoschi dicendole di prendermi per favore in analisi didattica, come poi avvenne. In seguito feci un'altra analisi didattica con Parenti, un mio carissimo amico che era adleriano, poi ne feci anche una quarta, la transazionale perché avevo visto che con quella si acquisiva subito molto materiale in fretta, ed era la più popolare perché era più pratica
Quando io feci tutte e quattro queste analisi, mentre contemporaneamente già esercitavo, mi sono accorto che ero come un cane che zampettava con tre zampe, ma ce ne volevano quattro per correre : occorreva anche la medicina. Quindi studiai anche medicina. Quando ho messo insieme queste quattro scuole che ho conosciuto, la medicina e l'Islam, quindi il sufismo, fondai una mia scuola globale, l'Associazione italiana di psicologia globale."
NETHIX: "Cosa l'ha affascinata del sufismo, quando lei ha deciso di diventare sufi ?"
MANDEL: "Beh, sufi si nasce, in un certo senso, si ha questa tendenza mistica. Mio padre era sufi, egli ha pubblicato in Italia nel 1939 in lingua italiana il primo poema sufico, "il Cantico dei Cieli".

 

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