Breve storia della Musicoterapia sufi
del prof dott Gabriele Mandel Khān
Partiamo da quattro premesse basilari.
Prima premessa) Dice un testo sacro cristiano: «In principio era il Verbo.»
Dunque: la creazione dell'Universo partģ da un suono: il Yhy ebraico, il Fiat cattolico,
il Kun islamico. Per ciņ che qui ci riguarda tutto parte dal suono e dalle sue valenze.
Il suono non si propaga nel vuoto; si propaga non solo nell'aria ma anche attraverso
tutti i mezzi materiali (solidi, gassosi o liquidi), con dipendenza dalla temperatura del
mezzo. Si propaga attraverso un mezzo fluido con un'onda longitudinale di compressioni e
rarefazioni alternate. La propagazione del suono in un mezzo dą luogo a fenomeni di
riflessione, rifrazione, attenuazione, diffrazione. Quando il livello di pressione sonora
supera i 100/110 dB, nella materia attraversata iniziano alterazioni misurabili
determinate dalle grandezze sia oggettive (o energetiche), sia soggettive. Qui parliamo
comunque dei suoni puri, o armonici, e non dei rumori; e in particolare dei suoni musicali
che, con determinate varietą di altezza, intensitą e timbro sono atti ad alterare o ad
influire sull'assetto dell'organismo umano.
D'altra parte consideriamo: le orecchie sono sempre aperte. Dei nostri cinque sensi quindi
l'udito č uno dei pił necessari.
Nella Bibbia (Samuele, 1°16) «Davide prendeva l'arpa e suonava; ed allora Saul si
calmava e i cattivi spiriti si allontanavano da lui.» Gią Platone e Ippocrate avevano
parlato delle alterazioni e dei movimenti provocati dalle vibrazioni sonore. Platone
disse: «La musica riesce a mettere in relazione due anime, facendole vibrare in maniera
identica. E' un ponte che getta l'uomo di lą da un abisso per raggiungere un altro
uomo.» (Leggi 2°653d e 654a). Uno scienziato svizzero, Hans Jenny, sottopose polveri e
paste all'influsso delle vibrazioni sonore: l'intensitą e la frequenza delle vibrazioni
modificņ lo stato delle materie; egli descrisse ciņ in un testo ponderoso: Cynatics. The
scructure and dynamics of waves and vibrations (Basilius Press, Basel).
Seconda premessa. I Sufi (i Sufi sono i mistici dell'Īslām, paragonabili ai frati e alle
suore della religione cristiana) partono da due concetti base: di che cosa č costituito
il mondo fenomenico e come sono costituiti gli esseri umani. Qualitą precipua di Dio ed
esclusivamente Sua č quella di essere Creatore; con termini intendibili dalla limitata
comprensione umana possiamo dire che Egli crea con l'azione e con il pensiero. Con
l'azione crea l'energia, che non č materia, e con il pensiero crea le infinite leggi
divine che conducono l'energia a formare e a diversificare le varie sostanze materiali
costituenti l'infinito mondo fenomenico.
I Sufi dichiarano inoltre, sin da mille anni or sono, che lessere umano č composto
di quattro parti distinte e strettamente unite in una interdipendenza che č precipua
della vita terrena. Due parti sono materiali, una č spirituale, la quarta č globale.
La parte spirituale č l'anima, goccia di quell'oceano infinito che č Dio, al quale tende
ed al quale ambisce tornare. La prima parte materiale č il corpo (compreso il SNC e le
sue valenze apoproteiche che ne determinano pulsioni e reazioni), e la seconda č la
psiche, sorta di ponte fra anima e corpo, che permette al corpo di attingere a valori
spirituali e all'anima di manifestarsi nella materia. Se questo ponte, come tutti i ponti,
č stretto, ostacolato, crollante, caduto, il passaggio diventa difficile o addirittura
impossibile. La quarta parte, globale, č l'ambiente, che incide considerevolmente nella
formazione dell'individuo, come dice il Corano stesso (e 29Ŗ8).
Pertanto la musica č importante perché di natura molto simile all'energia che
costituisce tutto l'universo fenomenico. Al modo di Wilhelm Reich e Alexander Lowen
possiamo considerare la sussistenza di una energia psichica (che quindi č tangibile e
modificabile dal flusso musicale), e possiamo quindi considerare energia il flusso del
pensiero, che č il sistema circolatorio dell'organismo spirituale. Il pensiero č
costituito da lettere e da parole, cosģ come la musica č costituita da note e da modi.Terza premessa) La musicoterapia č esistita praticamente da sempre. In
Europa gią Ippocrate conduceva i deviati psichici nel tempio e faceva ascoltare loro la
musica. Presso le genti turche sciamanesimo e musicoterapia son legati da millenni. Lo
sciamano era detto, a seconda delle tribł e delle mansioni, oyun, kam, basi o bahshi.
La danza e la musica erano molto diffuse fra gli sciamani dell'Asia centarle, e
soprattutto strettamente connesse con le loro terapie. Ne sussistono raffigurazioni nei
graffiti rupestri preistorici del Kobystan, in Azerbaijan, ma anche nel Kazakistan e lungo
il Selenga, e via via sino alle miniature di Siyyn Kalam (conservate alla Biblioteca del
Topkapi Saryi Muzesi). Nei primi secoli del primo millennio sia tra i Turchi Tabgaē dei
regni della Cina del Nord - cui si deve la diffusione del Buddismo in Cina - sia tra i
Turchi delle steppe dell'Asia centrale (in particolare i Gök Türk) era ben diffusa la
musicoterapia. Lungo tutto il corso dei secoli un'abbondante letteratura turca, ma anche
cinese, ne dą precise relazioni. Ne posseggo le documentazioni, ma non č il caso
che mi dilunghi oltre in questa sede.
Quarta premessa) La musica islamica ha tre scuole
specificamente musulmane: sono l'araba, la turca, l'iraniana; ha inoltre scuole di
derivazione o di compenetrazione (quelle indiane), e scuole assimilate (le cinesi). Tutte
si basano sul maqām (plurale maqāmāt): modo musicale, base modale, posizione di base; a
un dipresso come il raga della musica indiana, dalla cui stesura teorica, comunque, il
maqām storicamente deriva, pur avendo preso le mosse piuttosto dalla musica greca e
bizantina.
Il maqām ingloba il sistema, la struttura, la forma e lo spirito di ogni composizione
musicale islamica.
La trascrizione del maqām iniziņ per tempo, derivando le modalitą annotative dagli
antichi trattati di teoria musicale indiani (il pił antico dei quali č il Nātyasāstra
di Bharata, attorno al primo secolo), e si basa sulla scala digitata del liuto (`ūd). Si
trattņ di una evoluzione che inglobņ la scala teorica definente suoni e intervalli, lo
studio dei generi tetracordi sulla tastiera del `ūd, e lelaborazione del
sistema/gamma eptatonico allottava. Non dimentichiamo, en passant, che gli strumenti
a corda, dal liuto al violino, presenti nel `Irān-Īrāq sasanidi, sono stati trasmessi
allEuropa dal mondo islamico.
Il primo trattato musicale islamico noto č il Kitāb ālĀghānī di ālKindī (IX
secolo), cui seguirono numerosi trattati fra X e XI secolo. Essi si basano sulla scala
diatonica pitagorica, e gią mostrano la stretta relazione fra musica e speculazioni
filosofiche, kabbalistiche e mistiche. Si ebbe cosģ una prima corrente di teorici
filosofi, seguita poi, (a partire dal XIII secolo), dai teorici sistematisti, che basavano
le loro riflessioni sui diciassette gradi dellottava. In seguito la scala
teorica si differenziņ. Il segāh ebbe, ad esempio, 17 comma per i Turchi, 15,7 comma o 7
quarti per gli Arabi, per un totale di otto strutture principali e sei derivate. Si giunse
cosģ a riconoscere poco pił di 200 maqāmāt, divisi in quattro classi: semplici;
composti; complessi; imbricati.
La prima notazione completa (ossia la prima trascrizione musicale) ebbe origine, nel mondo
islamico, con Qutb ālDīn Shīrāzī (1236-1311), che fu uno dei maggiori
"sistematisti".
Successivamente furono soprattutto i maestri Mevlevi a svilupparne le modalitą.
Nella Mevleviyya di Konya abbiamo spartiti musicali con precise annotazioni che risalgono
alla fine del XIII secolo.
Sentiamo quanto scrisse un Maestro sufi del XIV
secolo, cAbd ālRazzāq ālQāshānī (?-1329): «Prendiamo una metafora. Il terreno che
viene urtato dal suono č esso stesso movimento ondulatorio. L'onda č il metro, il ritmo
nasce dalla combinazione dei toni su questa onda [...]. I toni si ripartiscono sulla
misura, regolare o non regolare; possono riempirla succedendosi con rapiditą, o al
contrario lasciare vuoti vasti intervalli. A volte si affastellano, a volte si distanziano
[...]. In ragione di questa libertą di ripartizione e di innescamento, i toni possono
dare alla forma di base, costantemente sinuosa, un profilo nobile, sempre differente
[...]. Questi giochi del tono sull'onda sonora, questo modellarsi della sostanza
dell'onda, la coincidenza e l'opposizione delle due componenti, la loro tensione reciproca
e l'adattamento continuo degli uni negli altri, ecco ciņ che noi chiamiamo vita.»
Veniamo ora, rapidamente, alla Medicina islamica. 1°)
Essa risulta dalla sintesi delle medicine ippocratea e galenica (esercitate soprattutto ad
Alessandria dEgitto), iraniana e indiana (presenti nella cittą sasanide di
Giundishapur, principale scuola del Tardo Antico). 2°) Vi si innestņ La medicina del
Profeta (Tibb ālNabī). 3°) Il centro si trasferģ a Baghdad, con una serie di
traduzioni dei codici antichi delle varie scuole, e dalle lingue greca, pehlevica e
sanscrita. Si stabilģ anche un basilare vocabolario tecnico.
Un secondo apporto considerevole fu costituito dalla istituzione dellOspedale
(Bimaristan, o maristan da bimar: malato o anche dar ālMarda) e, di
conseguenza, del manicomio. Il primo Ospedale al mondo venne creato nel 707 a Damasco. Il
califfo āl Mansūr, morto nel 775, fondņ al Cairo un ospedale attivo ancor oggi. Celebre
in tutto il mondo islamico fu poi lOspedale del principe ayyubide Nūr ālDīn,
fondato a Damasco nel XII secolo.
Nell821 il governatore Abbaside del Khurasan scriveva al figlio che in quella
regione turco-iraniana esistevano numerosi ospedali. Dal 790 comunque la capitale medica
fu Baghdad, con dieci ospedali, e due secoli dopo sessanta, ciascuno con farmacie,
biblioteche anche pubbliche, reparti vari. Una grande Facoltą di Medicina, detta Bayt
ālHikma (Casa della Saggezza), fu quella fondata a Baghdād nell832 dal settimo
califfo abbaside Hārūn ālRashīd. Pubblicava un Giornale dei casi, ed aveva
sezioni speciali per gli alienati.
Il primo manicomio specifico venne fondato da Nūr ālDīn Mahmud Zanjī ad Aleppo poco
dopo il 1157. Rifatto nel 1260 dal mamelucco ālNasir, era diviso in tre sezioni: inizio,
cura, cronici. Altro importante manicomio fu quello turco di Divrigi, creato nel 1228, per
conto della principessa Turan Malk. Notevole anche quello di Edirne, un tempo capitale
dellImpero ottomano, fatto erigere da Beyazit II° nel 1498. Evlia Celebi, noto
storiografo turco, scrisse che vi si praticava anche la musicoterapia. Oggi questo
complesso racchiude il Museo storico della Medicina islamica, e vi si vedono in modo ben
definito le sale che erano adibite alla musicoterapia.
Veniamo ora alle grandi figure della Medicina
islamica. La prima opera importante fu scritta da `Alī ālTabarī nell850: Il
Paradiso della sapienza (Firdaus ālHikmah). Il discepolo di Tabarī, liraniano
ĀbūBakr Muhammad ālRazī (854-925 o 935), di Rayy appunto, fu massimo fra i clinici,
abile nella prognosi e nellanalisi dei sintomi, eccellente anatomopatologo.
Fondatore dell'ostetricia, primo descrittore del vaiolo e del morbillo, con lui nasce la
clinica, modernamente intesa. Uno dei suoi testi, il Kitāb ālHāwī fi ālTibb (molto
diffuso in Europa col titolo Continens, e stampato a Brescia nel 1486) č lopera
pił voluminosa in lingua araba. Vi sono compresi 4 capitoli sulla psichiatria; ma anche
uno studio sulleffetto placebo e sulla prassi psicosomatica. Nel Sīra ālFalsafiyya
(Medicina spirituale) ben venti capitoli riguardano lambito psichiatrico. Suo
capolavoro fu il Trattato sul vaiolo e sulla peste.
Dopo di lui abbiamo liraniano cAlī bn ālcAbbās ālMajūsī, 906-995, autore del
Kitāb ālMalikī (Liber regius), di considerevole acutezza clinica.
Tutti questi eminenti medici vennero perņ eclissati da Avicenna e dal suo Canone,
lopera pił letta, pił influente, di grande penetrazione clinica. Avicenna (Ībn
Sīnā, Ābū `Alī), turco uzbeko, nacque nel 980 ad Afshana, Bukhārā. Morģ nel 1037.
Sua madre era una principessa della tribł turca delle Sette frecce. Egli scoprģ i
sistemi della tubercolosi e del diabete, formulņ le basi per la corretta comprensione del
funzionamento del corpo umano, e studiņ a fondo la psicologia umana. Il suo Qānūn
(Canone) si compone di 14 volumi suddivisi in cinque argomenti, e fu testo di studio anche
nelle Universitą dellEuropa cristiana sino al XVIII secolo. Vi troviamo ampi
capitoli su frenite, delirio, letargia, caroco, apatia, melanconia. Egli distingue
correttamente la paura (ansia) dalla depressione; e dettņ le istruzioni di base per
lepilettologia.
Vediamo ora anche altri campi della medicina islamica. La prima descrizione esatta del
meccanismo della circolazione sanguigna fu scritta da Ibn ālNafīs (?-1288), che
pubblicņ una Enciclopedia medica (ālKitāb ālShāmil fī ālTibb) in trecento opuscoli,
e Lepitome del Canone. Per avere le medesime conoscenze, in Europa occorrerą
giungere sino ad Harvey, nel 1628
Altro aspetto della medicina islamica fu quello dellOculistica, ed infatti vengono
dallarabo i nostri termini retina e cataratta. Il primo autore importante in questo
campo fu āl`Ibadī, morto nell873. Nel X secolo `Alī bn `Īsā ālKahhāl, il pił
noto ed il pił seguito degli oculisti, scrisse il Taccuino degli oculisti (Tadhkirat
ālKahhālīn). Ulteriori scoperte furono fatte in questo campo dalliraqeno `Ammār
ālMawsilī (XI secolo).
Landaluso ālKātib scrisse un famoso trattato di ginecologia nel X-XI secolo. Ābū
ālQāsim ālZahrāwī (Albucasis; tradotto in Europa da Gherardo da Cremona) fu il
massimo chirurgo musulmano, ed č inutile dire che furono proprio elaborate nel mondo
islamico tutte le forme degli strumenti chirurgici, sin dal X secolo complesse e
pertinentemente strutturate. A Siviglia emerse la famiglia di valenti medici Ībn Zuhr,
con loperazione a cuore aperto; in `Irān dopo Avicenna si ebbero soprattutto
Īsmā`īl ālJurjānī (morto nel 1136), grande enciclopedista della scienza medica, e il
turco Qutb ālDīn Shīrāzī (1236-1311) commentatore del Canone, che spaziarono dalla
operazione della cataratta a quella dei calcoli biliari. Molti medici inoltre diedero
grande impulso alla veterinaria.
Va considerato, in generale, che molti di questi eminenti medici furono anche chimici,
filosofi, a volte astronomi, e tutti appartennero a Confraternite di Sufi.
Importante infine anche la Farmacologia. Secondo il professor Domenico DeMaio, gią
primario psichiatra al Fatebenefratelli, «la farmacologia č la branca meglio indagata
della scienza islamica e certamente fa la parte del leone con i suoi oltre 600.000
manoscritti sparsi per le biblioteche del mondo. Essa infatti č eminente per queste
tre ragioni: 1) mancanza di superstizione; 2) comparazione con vaste aree e accettazione
di tutti i tipi di medicine estranee allĪslām; 3) studio etimologico dei prodotti
(botatonomia, teoria della prova e della riprova).» fine citazione
Questo ramo della medicina islamica č in effetti ricco di considerevoli descrizioni e
prontuari. Il turco Muhammad ālBīrūnī (973-1048/50), prolifico matematico,
astronomo,fisico, naturalista, cronologo, linguista, grande maestro sufi, scrisse tra le
sue 180 opere un Kitāb ālSaydala fi ālTibb: trattato di farmacopea con sinonimi
in siriaco, persiano, greco, afghano, curdo.
Il campo che mi riguarda č comunque quello della psicoterapia. Primo trattato di
rilevante importanza fu quello di Najab alDin Unhammad di Samarcanda, dellVIII°
secolo. Seguģ poi, nellXI° secolo, il Risalah fi ālTibb wa ālAhdat ālNaf saniya
di Ābū Sa`yd bn Bukhtyshū`, in cui si trattava di olistica, psicosomatismo e
somatopsichismo.
La depressione fu comunque la pił descritta. Ad esempio nel Kitāb ālĀzmina di Ībn
Māsawayh (793-857), nel Kitāb ālHudūd di Ābū ālĀsh`ath (886- 970), nel Siwān
ālHikma di Īshāq bn Hunayn. del 902, e cosģ via.
Non va poi dimenticato che la medicina islamica del medioevo gią studiava le
componenti psicosomatiche. Īshāq bn cImrān (883- 970), nel suo Maqāla fī
ālMālīhūliyā (trattato della Melanconia) tradotto poi in latino da Costantino
lAfricano, distingueva tristezza, ansia, angoscia secondo componenti psichiche ma
anche secondo origini somatopsichiche. In questo ambito ālRazī (854-925 o 935), autore
del Kitab alHawi tradotto in latino con il titolo Continens, affermņ che per curare
l'anoressia occorre anzitutto distinguere se l'origine č somatopsichica o psicosomatica:
nel primo caso č di origine endocrinologica e nel secondo caso psichica, per cui le cure
sono del tutto diverse. Nel Sīra ālFalsafiyya (Medicina spirituale), egli tratta anche
degli effetti placebo cui si puņ indurre la psiche.
Ībn Tufayl, morto nel 1185, ci invitava a un lessico in grado di fissarci distinzioni e
precisazioni: «Il fisico sente dolore e male; la piche sente strazio e sofferenza;
l'anima prova tribolazione, spasimo, tormento, cruccio, supplizio, patimento, dispiacere,
pena.» (fine citazione)
Su questa linea Hibatullāh bn Jimacy` ālJudī (XII° secolo), nel suo ālĪrshād
li-masāliq ālĀnfus wa ālĀsjād (Disposizioni che interessano le anime e i corpi)
prescriveva anche luso della musicoterapia e della cromoterapia al fine di alleviare
i dolori dovuti alle devianze psichiche, dichiarando che la scuola pił antica e
pertinente di musicoterapia era nata secoli prima nel Centroasia turco.
Si trova nel suo testo anche il concetto di vari tipi e disposizioni di sopportazione del
dolore. Egli scrisse: «Il dolor di denti e la colica renale danno due tipi di
sensibilitą psichica: dal dentista si ha paura ad andare, mentre la colica la si sopporta
con rassegnazione.»
Su queste basi la scienza medica dellĪslām progredģ considerevolmente anche nei
secoli di mezzo, fortemente ostacolata nel suo progresso da due avvenimenti nefasti: la
conquista da parte dei mongoli gengiskhanidi nel XIII° secolo - dalla quale il mondo
islamico faticņ notevolmente a riprendersi, ripresa che culminņ col vasto e illuminato
impero dei turchi ottomani -, e le conquiste coloniali soprattutto da parte
dellInghilterra, che smembrando e dividendo gli stati islamici (e, in circa duecento
anni, limpero ottomano), aiutata poi anche dalla Francia quasi
cancellņ le glorie dellĪslām, Īslām dal quale quale comunque lEuropa ha
tratto considerevoli apporti scientifici anche nel campo della malattia e del dolore.
Comunque, per ovviare alla sofferenza la medicina
islamica del Centroasia oltre alla musicoterapia faceva ricorso anche allagopuntura,
alla kinesiterapia, al rilassamento indotto, alla moxa (utilizzo del caldo, ma anche del
freddo ad esempio per le infiammazioni del periostio).
Il mio carissimo amico Oruē Güvenē - psichiatra e sufi della nostra stessa
Confraternita - ha scritto: «Indipendentemente da danza, musica, e guarigione ottenuta
con l'aiuto di queste discipline che hanno un posto importante nella storia e cultura
turche, nonché le tradizioni curative e le forme di musica pentatonica Baksi-Kam , il
metodo di guarigione con musica di tonalitą (Makam Muzigi) che si č sviluppato nei
secoli e si č affermato fermamente, ha riguadagnato popolaritą nella medicina
alternativa odierna. Mille anni or sono nell'Asia Centrale, (regioni Transoxiana -
Khorasan - e Uigur) Farabi, Ibn-i Sina (Avicenna), Ebu Bekir Razi, Hasan Shuri,
Hekimbashi Gevrekzade, Hafiz Hasan Efendi e Hashim Bey avevano scritto opere sulla musica
tonale che si diffondeva e si sviluppava in quelle zone. Essi avevano fatto il grafico
delle tonalitą e dei relativi rapporti specifici con le emozioni e con gli organi del
corpo. Mentre la musica pentatonica si sviluppava nelle province turche, il sistema tonale
che consisteva di sette note in cui un'intera nota era divisa in sette parti aveva dato un
grande contributo alla cultura turca con l'introduzione di oltre 400 tonalitą
differenti.» fine citazione
Abbiamo cosģ una metodologia terapeutica che affonda le radici nel periodo preistorico
dello sciamanesimo turco e mongolo, quello sciamanesimo che nel Buddhismo ha dato origine
alla scuola del Veicolo tibetano e nell'Īslām al Sufismo e ai relativi dhikr e semą. Č
una metodologia terapeutica che si basa esclusivamente sulla musica pentatonica suonata
con strumenti tradizionali (ciņ che esclude del tutto le applicazioni empiriche di gran
parte delle cosiddette Scuole di musicoterapia occidentale); metodologia studiata
soprattutto da tre eminenti musicologi e storici turchi: cAlī Ozaydin, Güner Özkan e
Oruē Güvenē. Questa musicoterapia č correttamente praticata nel principale Centro
turco, il Tümata di Istanbul, diretto appunto dallo psichiatra sufi Oruē Güvenē;
in sei scuole europee (Rosenau, Zurigo, Berlino, Mannheim, Madrid, Barcellona); e in
undici centri nel mondo tutti dipendenti dalla Turchia: Madrid, Barcellona, Zurigo,
Vienna, Rosenau, Berlino, Mannheim, Friburgo, Almati, Bishkek, Izmir. Inoltre la
Hochschule für Music di Monaco, il Riosenau Music Therapy Institute e l'Universitą di
Marmara (in Turchia) compiono uno sforzo congiunto per insegnare musica, danza e terapia
tradizionali turche.
Tale metodologia a seconda dei periodi collegņ le proprie esperienze anche ai quattro
elementi che costituiscono il mondo fenomenico (presenti anche nella Medicina greca):
aria, fuoco, acqua, terra; ed episodicamente anche ai cosiddetti influssi astrali (in
realtą del tutto improbabili) essendo ben presenti allo psicoterapeuta sufi gli effetti
placebo e dell'autosuggestione. Č una metodologia terapeutica che comunque si č sempre
affiancata alla medicina tradizionale turca (non dimentichiamo che la Medicina europea
deriva dal Canone di Avicenna), ricavandone quindi metodologie sperimentate e sicure,
ancor oggi seguite e verificate alla luce delle attuali conoscenze mediche, con scuole
tradizionali di comprovata efficacia. Una metodologia terapeutica che alla luce delle
attuali possibilitą diagnostiche ha dimostrato i propri influssi attraverso la
misurazione EEG delle onde alfa e teta, come ora descriverą pił ampiamente il mio
carissimo confratello dottor Rossano Vitali, cui passo la parola.
prof dott Gabriele Mandel
Vicario generale per l'Italia della
Confraternita sufi Jerrahi-Halveti
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