IL GRAVE PERICOLO DIETRO IL TERRORISMO

C'è un  pericolo dietro il terrorismo ben   più grave di quello già inquietante che ci minaccia. Esso sta nella politicizzazione del suo aggettivo "islamico" o nella identificazione islam/terrorismo. L'operazione viene proposta e riproposta, vuoi  per ignoranza vuoi ben calcolata per rinforzare i nazionalismi e dirottare l'attenzione della negatività e dello stato di malessere di una collettività  "fuori casa". Il terrorismo non è mai legato alla religione ma all'uso politico di essa. Si può parlare di terrorismo cristiano pensando di recente all'Irlanda del nord ed anticamente all'inquisizione ? Evidentemente no. Questo vale per quanto succede oggi nei paesi islamici. I musulmani di tutto il mondo hanno condannato i gesti terroristici, solo frange di fanatici o di disperati hanno gioito dei misfatti compiuti da altri fanatici e disperati come loro, oppure da bande locali che si vendono al miglior offerente e che nulla gli importa dell'Islam. Eppure l'equazione Islam e terrorismo e la contrapposizione occidente ed oriente viene riproposta in modo martellante. Sono diversi i libri intinti nell'odio che la manifestano, quasi in un nuovo appello a moderne crociate. Ma cosa ci si guadagna a lungo andare se non risposte di odio e di violenza sempre più marcate? Come a dire: tu sei così e ti riconosco solo in quel modo, fuori da questa immagine non sei credibile nè ti riconosco. Ma è così che si creano i mostri, aumentando la paura , la diffidenza, il pregiudizio. Ed da ogni azione negativa compiuta "dall'alieno" viene la conferma che è proprio cattivo per cui bisogna parlarne ancora più male, lottare contro di lui...e avanti!

Grazie a Dio c'è sempre sia tra laici e religiosi dei paesi cristiani e di quelli islamici chi dialoga, chi è oltre il gioco infantile del buono e del cattivo, oltre le strumentalizzazioni politiche, che è pronto a fare concretamente qualcosa di valido per il suo prossimo, chiunque sia, cristiano , musulmano o vattelapesca. Bene, questo è un buon cristiano ed un buon musulmano, ma soprattutto una persona realizzata, come si deve. Qui c'è il futuro dell'umanità:   dai tifosi di quella o l'altra squadra (religione o partito) c'è da aspettarsi solo contrapposizioni. Delitti e nefandezze avvengono ovunque, sistematicamente, perchè stanno dentro, nel lato oscuro umano ( che un aggettivo cristano o musulmano o altro non riesce certo a "coprire") e così le virtù. Dobbiamo scegliere se preferiamo stare dentro il gioco "terribile" o lavorare per risanarci dalle nostre piaghe e corruzioni.  Prima o poi queste negatività avranno ripercussioni altrove e ne pagheremo le conseguenze, ma questo vale per tutti noi, e per "noi e voi" , che la diversità è un valore ed uno stimolo. Se si crede veramente a Dio e non a delle formulette si acquisisce una forza che unisce, che opera, che dà senso e nobiltà alla nostra esistenza pur in mezzo alle miserie di cui è fatto questo mondo: scremiamo da esso il buono, il bello ed il saggio. C'è! Non è una illusione

.N.Nurettin

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D). Purtroppo l'equazione Islam=terrorismo sta diventando una verità data per scontata, anche in persone equilibrate. Discorrendo, infatti, con varie persone intorno a me, mi rendo conto che ormai, nella mentalità comune, un musulmano o è terrorista in atto o le è in potenza, con conseguenze che evidentemente deleterie, sul futuro del mondo. E' pure vero, però, che entrando io in contatto, se pur marginale, con comunità musulmane sufi, ho notato una certa "veemenza" nell'affermare che l'Islam, se non è l'unica religione "vera", certamente è la più "vera" di tutte. Tale atteggiamento, se pur espresso senza violenza fisica esplicita, devo dire che mi genera una certa inquietudine. Mi è sembrato, cioè, che nell'Islam, una certa "decisione" nell'autoaffermazione, è presente sin dall'inizio, ai fondamenti della comunità islamica.Nel mio immaginario, riesco a pensare ad un terrorista "musulmano" palestinese, ceceno, indonesiano, kashmiro, ma mi resta difficile pensare ad un terrorista "buddhista" tibetano, nepalese o vietnamita (al tempo della guerra del vietnam) . Cosa ne pensa ?

R) Sicuramente ci si può mettere in contatto con comunità musulmane che si proclamano sufi senza esserlo. In occidente ne esistono per tutti i gusti. Se la confraternita è storicamente sufi si ispira ai fondamenti coranici: "uomini e donne, sabei, ebrei, cristiani e chiunque creda nel divino e compia il bene quegli avrà il suo paradiso e non sarà leso da nulla." (2,62-5,69-4,124). Il Corano è l'unico testo sacro che esplicita in modo inequivocabile in numerosi passi, citati e commentati più volte in questo sito, che ogni popolo ha il suo messaggero ed ognuno sarà giudicato in base alla propria religione. Se è già universalistica la visione islamica a maggior ragione quella dei sufi laddove " noi abbiamo bevuto il nostro vino prima che la vigna fosse piantata" , ossia prima dell'Islam ed oltre la vigna: perfino figure pagane come Plotino sono considerate magistrali dai sufi per i quali il vino ( simbolo del misticismo) viene apprezzato per quel che è non in base alla provenienza. Chi conosce l'Islam ed il sufismo tocca con mano. Per quanto riguarda il suo immaginario esso, come ogni immaginario è frutto di quello collettivo. Ogni collettività dipinge i suoi mostri, anche quelli che vedono i propri telecronisti dilaniati in diretta, i propri figli mutilati e resi ciechi dalle bombe di "chi porta la pace", hanno i loro terroristi e non riescono a immaginarseli diversamente. Quando la Russia (o meglio l'Unione Sovietica) era considerata nemica dell'Occidente essendo comunista veniva dipinta come terrorista sul popolo ceceno, allora martire con decine di migliaia di bambini uccisi. Quando, sempre l'URSS portava anche lei " la pace" in Afghanistan era così per i russi, non per gli europei o gli americani. Ma si sà, come insegnavano Fedro ed Esopo, la bisaccia dei propri difetti è sempre sulle proprie spalle e non si "vede": quella degli altri sembra inconfondibile ! Il rischio ulteriore è che non siamo neppure consapevoli delle bisacce che portiamo e che ci fanno vedere e prendiamo per buono quello che ci è venduto.

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D) Ho visto un dossier sull'Islam e terrorismo in cui nel commento visivo i musulmani si fustigavano in un rito a sangue. Non penso sia stato un montaggio...

R) No, non è un montaggio, ma i cronisti si sono guardati dallo specificare che è una tradizione folkloristica della minoranza sch'ia. Analoghe manifestazioni autolesionistiche avvengono in certi paesi cristiani nel venerdì santo. In genere la via crucis comunque si svolge come una normale processione e prima o poi anche la rappresentazione popolare del martirio di Hussein prenderà una forma simbolica analoga  . Queste manifestazioni erano nate come sfoghi catartici collettivi spesso confinanti in una fenomenologia di isteria di massa.

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D)Vorrei sapere qualcosa sulla situazione in Sudan. Si può parlare di terrorismo del governo islamico sulle minoranze cristiane?

R) Nel governo sudanese ci sono ministri cristiani e musulmani ma  il cristianesimo e l'islam sono irriconoscibili,  imbevuti come sono di animismo,  usanze e costumi  locali. Decenni di guerra civile, conflitti tra il governo federalista ed i separatisti del sud a maggioranza cristiano-animista,   odi tribali, fanatismi e ignoranza completano lo scenario. Non si può dunque semplificare parlando di  terrorismo religioso di una parte a scapito dell'altra.

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D)Vorrei da voi una risposta franca a questa domanda: non è mancanza di civiltà il barbaro assassinio del giornalista italiano in Iraq ? L'ennesima prova che l'Islam produce fenomeni di imbarbarimento ?

R) Chiunque ammazzi se non per legittima difesa non è musulmano, ma un bruto, un uomo senza fede. Così per l'Islam del Corano. Quindi non sono musulmani ma semplicemente fanatici ( o sicari del miglior offerente :   bande e tribù che indossano qualsiasi vestito in cambio di armi e soldi )   coloro che compiono  questi vergognosi delitti. Quando si tratta  dei fanatici si invoca l'ignoranza e l'esasperazione  a sorta di scusante : ciò può solo aiutare a spiegare un contesto ma non può giustificare il delitto. Purtroppo la civiltà non è in crisi nell'Islam ma ovunque, che avere un fuoribordo, la piscina e i capelli trapiantati non distingue il civile dall'incivile. Se le guerre servono ad offrire il solito bisness per le ricostruzioni, per sbarazzarsi di vecchi armamenti, per mettere violentemente le proprie carte in gioco sostituendo quelle che non tornano più comodo servono anche a dirottare l'attenzione all'esterno per non soffermarsi sui malanni interni. La civiltà nasce dai propri comportamenti onesti, corretti, da aspirazioni elevate, dall'uso sapiente delle proprie capacità, dalla ricerca della verità anche se questa può mettere in crisi le certezze che abbiamo assorbito col latte materno, ed allora, senza volerlo si porta civiltà, altrimenti si porta odio, meschinità, pregiudizi, quelle stesse negatività che si vedono negli altri perché non si ha il coraggio di vederle in se stessi.

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(D) cosa può fare un musulmano oggi in mezzo a due fuochi, quello che proviene dalle frange fanatiche interne ed all'esterno da un mondo occidentale che venera il potere ed il soldo prevaricando su tutto?

R) essere un buon musulmano.

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D) Avevo visto alla televisione un documentario sull'Islam che alla fine mi lasciavo l'impressione di essere uscito dal circo. Se questo fosse l'Islam ci sarebbe proprio da farci la guerra, grazie a Dio so che queste sono caricature.   In modo particolare sono stato colpito da una donna italiana che diceva di essere islamica, vestita col burka, con tanto di guanti, per lei l'Islam avrebbe conquistato l'Italia facendo tanti figli. Cos'era, una burla, una intervista in un ospedale psichiatrico, una attrice come penso ?  Io sono innamorato dell'Islam , ho soggiornato in diversi paesi ed ho constatato una realtà sfaccettata a livello di costumi, di folklore, di intellettualità, ho visto chiese cristiane operanti a migliaia sia nel nord africa sia in medio oriente, soprattutto in Turchia, ho parlato con uomini e donne (che al massimo avevano il tradizionale foular sul capo) di cultura e di visioni aperte ed illuminate, ho preso profilattici gratis in Iran, ma quando ne parlo con gli amici rimangono increduli. C'è poco da fare, è l'immagine che si dà attraverso le televisioni ed i giornali   quel che fa cronaca non la realtà.

R) La madre dei cretini è sempre incinta. Questa madre è la televisione che, non solo in Italia, è spesso adoperata per deformare la realtà, ma qualche volta, dipende dai giornalisti, è anche onesta. Lei ha visto quello che ha visto, ha i suoi confronti e le sue esperienze. Perchè si scandalizza come se fosse nato ieri ? Il mondo è bello perchè è vario, perchè c'è di tutto: dai contrasti e dalle contraddizioni si impara, si valuta, si fà esperienza.

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(D)  Anche io ho sfogliato di recente alcuni libri  in cui il ritornello suona sempre così: "l'Islam è il nemico del cristianesimo, portatore di libertà e democrazia da duemila anni, valori che cerca di sopprimere insieme alle altre religioni poichè per natura è fanatico e terrorista". Oltre l'assurdità e falsità storica di questo pregiudizio alla radice di questo odio cosa c'è? Non solo studiando ma soggiornando nei paesi islamici non ho mai trovato un musulmano, per quanto fanatico, che odiasse i cristiani e che volesse muovere guerra ad essi, semmai alle politiche imperialistiche occidentali che è un'altra cosa...

R) In effetti se uno è musulmano deve accettare dal Corano la tolleranza ed il rispetto verso le altre religioni poichè sono volute da Allah nè può costringere in fatto di religione  (per questo l'Islam non è proselitistico nè cerca conversioni). Poi è chiaro che i fanatici sono dappertutto e tornano comodo a chi li addita come rappresentanti di un credo.  Le radici dell'odio sono storiche, psicologiche e politiche (tutte facenti capo all'ignoranza) e comunque i personaggi che lei cita, grazie a Dio, sono una esigua minoranza tra i cristiani, i più si adoperano a seminare pace e non zizzania. Non solo la convivenza delle due religioni è possibile ma è voluta dagli stessi principii che le animano.

 

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