A PROPOSITO DI CHADOR

Le usanze tradizionali ed il folklore locale si mescolano alle religioni rivestendole di un'esteriorità che confonde lo sguardo inesperto. Nell'Islam il famoso velo sul viso o la copertura totale del corpo della donna, cavallo di battaglia sia degli integralisti islamici sia dei critici dell'islam, è cosa del tutto inessenziale . Il Corano consiglia un vestimento decente, ed in origine era inteso nel coprire i seni .Nei tempi preislamici, nelle zone arabe e limitrofe le donne andavano a seni scoperti che, tra l'altro, sotto un sole cocente è abitudine tutt'altro che salutare. Il costume di coprirsi il capo con un velo da parte delle donne (durante la preghiera) è un simbolo di rispetto e soprattutto di intimità davanti a Dio ma non è per questa ragione che nel cristianesimo Paolo di Tarso invitava le donne ad usare il velo: L'uomo non ha bisogno di coprirsi il capo perché è fatto a immagine e gloria di Dio, la donna è invece gloria dell'uomo...essa deve portare sul capo un segno della sua appartenenza all'uomo" (1Cor 11,3-15). Tradizione rimasta in occidente durante i riti, e particolarmente nel matrimonio. Infine le suore si distinguono per un abito estremamente castigato. Quindi è un fatto di costume, in certi casi sensato ed appropriato, altre volte come in ogni eccesso, segno di fanatismo o di consuetudini spesso sclerotiche ritrovabili ovunque in modi diversi. Nel Corano comunque è consigliato solo di coprire il seno e considerato che  gli arabi , uomini e donne, avvolgevano e avvolgono il capo con un velo arrotolato- per ovvie ragioni ambientali-la soluzione più semplice per le donne è quello di far scendere il velo sui seni.  Leggiamo il passo : "...Dì ai credenti (uomini e donne) di evitare sguardi superbi e che coprano il loro sesso, ciò per una correttezza gradita a Dio. Dì alle credenti (che oltre) a mantenere uno sguardo modesto e a coprire il sesso non eccedano nel mostrare le loro bellezze fisiche ed ornamentali (anche) coprendo con uno scialle i seni, a meno che non si tratti dei loro mariti , parenti (segue l'elenco) e fanciulli che non notano la nudità delle donne... (XXIV 31). Un invito civile dunque ad evitare la nudità tipica delle tribù primitive, niente di più.

Da notare che abbiamo utilizzato nella traduzione del brano precedente il termine scialle e non velo in quanto nel Corano non si parla di "velo" ma di "tessuto da avvolgere".  Vedi di Gabriele Mandel "il Corano" traduzione dall'arabo e note filologiche esplicative.

Anche alcuni leader di paesi islamici si sono espressi   pubblicamente sull'uso di coprirsi il viso. Da un quotidiano leggiamo ( Il Secolo XIX 8-10-2000) : "il Leader libico, colonnello Gheddafi, ha esortato le donne musulmane ad abbandonare l'uso del velo islamico per coprirsi il viso, il radizionale chador, definendolo una tradizione ormai sorpassata per gli anni duemila...la religione deve evolversi coi tempi (meglio : deve plasmarsi coi tempi -n.d.r.) e ciò che dissero i primi studiosi dell'Islam può non essere valido oggi. Il modo di vestire non è il criterio principale per giudicare la moralità e i comportamenti della gente.  Come dice il proverbio ( qualche volta hanno un senso e una attendibilità  anche i proverbi)  "non è l'abito a fare il monaco"  e questo vale anche per i costumi, femminili o maschili che siano. L'onestà  e l'esser virtuosi sono un fatto interiore che non ha bisogno di consenso sociale, si regge da sè, in altre parole le virtù non sono medaglie da esibire in pubblico....

Nazzareno Venturi

http://www.puntosufi.it

 

 

 

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