A PROPOSITO DI INTERPRETAZIONE...

Nel Vangelo ci sono esortazioni e sentenze ritrovabili in varie tradizioni. Per esempio il "non fare agli altri quello che non vorresti sia fatto a te" e "ama il prossimo tuo come te stesso" compaiono in Cina con Confucio almeno quattro secoli prima di Cristo. Ma sia per un cristiano che per un confuciano queste frasi debbono essere lette con buon senso di modo che la capacità di distinguere non sia obnubilata dall'automatismo ripetitivo. Il primo monito, rivoltabile in questo modo: fai agli altri quello che vorresti sia fatto a te" non comporterebbe rischi se il soggetto fosse libero da devianze, la qualcosa è tutt'altro che tipica della normalità umana. Poiché non sono pochi gli individui affetti da masochismo e sadismo, o vittime di pregiudizi che scompensano un agire ed un pensare ragionevole, meglio per loro che non mettano in pratica questa regola di condotta. L'altro detto ha indubbiamente una valenza universalista: il prossimo è l'uomo, aldilà delle differenze etniche,religiose,sociali e culturali. Ma se intendiamo il prossimo negli individui concreti è psicologicamente impossibile amarlo sempre,comunque e dovunque, ed è pure umano che qualcuno ci stia non simpatico. Quel che si può avere per tutti è il rispetto, in quanto questo è razionale( quindi è un atteggiamento controllabile e consapevole) mentre l'irrazionale, come è il sentimento dell'amore, non si può direzionare a piacimento né quindi si può imporre a qualcuno o a noi stessi. Non credo che a Gesù tornassero simpatici gli scribi e i farisei soprattutto quando li chiamava: "razza di vipere e sepolcri imbiancati". Se si ama un carnefice allora si è come lui: i fan di Hitler lo amavano e partecipavano del suo pathos criminale. Ed allora l'altro consiglio evangelico, almeno presente nei canonici: "a chi ti ha percosso porgi l'altra guancia" non può essere inteso in senso masochista  : mi fa piacere che tu mi faccia del male e ti amo per questo. Prescindendo dall'eventualità che non si possa fare altrimenti se non si ha una vocazione patologica al martirio, esso può, in certe circostanze avere un effetto psicologico inibente, esattamente come quando un lupo offre la gola all'avversario e forse Gesù intendeva questa fattispecie. Ma altre volte può significare incoraggiare il malvagio, rinforzare la sua attitudine negativa, per cui una reazione che lo neutralizzi e lo renda edotto del male che esercitava non solo è legittima ma doverosa. Si renderà conto che non può fare quello che vuole. E' quello che succede ai bambini: verso i cinque anni essi vivono uno stato psicotico (tollerato perché sono appunto bambini), non solo si isolano nel loro mondo panpsichistico ma si sentono onnipotenti; è proprio l'opposizione dell'esterno (esteropsiche, la genitorialità) ad informarli, qualche volta con una certa durezza, sulle regole di convivenza e sul rispetto degli altri. Se così non fosse diventerebbero dei pazzi criminali. Ad un bambino che dà calci a tutti nessun genitore penserebbe di "offrirgli l'altra guancia" invece di una bella lezione (ma se questa è la pulsione molto meglio sarebbe cercare di capire il perché di questo comportamento e trovare modi basati sull'intelligenza e sull'amore: violenza genera violenza) . Allo stesso modo un prevaricatore, pure ai vertici della società, si porta nel suo inconscio quel bambino che ha bisogno di imparare ad essere adulto e responsabile con gli altri e adeguarsi, come tutti, ai legittimi rapporti civili.
 

 

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