"Ogni tanto mi chiedono: «Lei che scuola segue?». Per me l'applicazione sistematica di un solo metodo è come dare scarpe di una sola misura a tutta l'umanità"
(Gabriele Mandel Khan) - See more at: http://www.islamitalia.it/#sthash.nHX890ap.dpuf
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"Ogni tanto mi chiedono: «Lei che scuola segue?». Per me l'applicazione sistematica di un solo metodo è come dare scarpe di una sola misura a tutta l'umanità"


(Gabriele Mandel Khan)

 

 

L'ISLAM CHE STA SCOMPARENDO

 

Capirete nel  prosieguo del testo il perchè di questo titolo che sembra così contradditorio rispetto a quanto ci dicono le statistiche e i numeri. Chiedete a tutti i cristiani che conoscete o che si dichiarano tali quale è la reale differenza tra loro e i testimoni di Geova. Probabilmente non troverete risposte soddisfacenti e competenti ma al massimo delle vaghe e polemiche affermazioni del tipo: "loro sono quelli che lascerebbero morire i loro  figli pur di evitare la trasfusione del sangue" o " sono come i venditori ambulanti che suonano alla porta per venderti qualcosa". Qualcuno potrà aggiungere che non credono a Gesù ma in che senso forse nessuno ve lo saprebbe dire. Teoricamente, se non vi fosse una istituzione quale è la chiesa con una tradizione alle spalle, a livello popolare, col tempo e con la diffusione di quel gruppo, a poco a poco i cristiani finirebbero per ragionare come loro. I testimoni di Geova infatti attraverso un passivo indottrinamento seguono un loro binario ideologico e comportamentale, esiste insomma tra loro qualcosa da mantenere e in cui identificarsi. Se i cristiani fossero adeguatamente informati e soprattutto valutassero le cose della loro religione e delle altre con intelligenza critica non sarebbero certo sballottati di qua e di là dal vento che tira.

Nell'Islam non esiste una istituzione  come la chiesa cattolica ma un tradizione religiosa condivisa dal popolo (umma) . Solo nel gruppo sciita esiste una struttura religiosa che può  richiamare  quella cattolica ma costituisce una minoranza (circa il 15% del totale) ed è quella contro cui l'Isis si scaglia con maggiore ferocia. Gli attentati alle moschee sciite fanno impallidire l'attentato a Parigi ma come sempre l'attenzione è rivolta sempre a quanto succede vicino. La maggioranza dei musulmani è sunnita. All'interno di questi due gruppi principali ne esistono atri le cui differenze sono come quelle esistenti tra le chiese protestanti. Come sono pochi i cristiani che sanno riconoscerle così tra i musulmani spesso non c'è consapevolezza delle differenze.

In occidente quando si cerca di distinguere i musulmani si parla di moderati e di estremisti. Ma a ben pensarci è una cosa senza senso. Cosa significa moderato? Una religione non è come l'alimentazione in cui bisogna essere moderati. Pensiamo a un cattolico moderato. Cosa significa? Che non va a messa tutte le domeniche, che non fa sempre quello che gli dice il parroco? E il musulmano moderato che dovrebbe fare per  essere tale? Vivere un po' meno la sua religione? Anzi una fede forte, non quella ideologica ma quella del cuore, quella che alimentava i maestri di ogni religione, è benefica e costruttiva. I "tiepidi" rappresentano la mediocrità nel Vangelo, quei morti che vanno a seppellire i loro morti, sempre per usare i suoi termini.

E allora ci sono buoni musulmani e cattivi musulmani come buoni cristiani e cattivi cristiani o se si vuole c'è chi è fanatico e chi non lo è. Valga l'esempio di paragone dello sport dove c'è chi si diverte e chi lo vive con una passione morbosa, chi trova la sua identità in quello stemma dimenticando che dietro c'è solo una questione di soldi dove tutti i giocatori, allenatori, massaggiatori e imprenditori si vendono a chi li paga di più. Rimane quella bandierina simbolica. E come si sa si è arrivati ad atti di terrorismo con tanto di morti e vandalismo anche per delle partite di calcio. Insomma chi ha devianze psichiche le vive nello sport come nella religione, è la devianza la protagonista, non la cosa sui cui si applica, sport o religione che sia.

E veniamo infine al tema che dopo queste premesse può essere capito. L'Islam negli ultimi decenni è stato sempre più condizionato dalla setta wahabita, quella più diffusa nei paesi islamici più ricchi e influenti dell'Arabia Saudita e degli emirati. Detto in soldoni i wahabiti sono come i testimoni di Geova ma mentre questi sono pacifici quelli sono  belligeranti. Fondamentalismo e integralismo la caratterizzano. Ma questo non è l'Islam!

E' da decenni che gli studiosi dell'islam più attenti hanno capito quanto stava accadendo. Gli islamisti, parola che non è da confondere con islamici o musulmani come fanno parecchi giornalai (che chiamarli giornalisti è troppo), hanno ben chiaro lo sviluppo della situazione di un Islam che arretra fagocitato da un'ideologia estremista, rigida e intollerante. Ma questo processo non è endogeno, ossia non è nato e cresciuto in seno all'Islam ma è stato alimentato dall'occidente. Perfino la Clinton ha avuto il coraggio di ammetterlo davanti a tutti. L'Arabia e gli emirati, i paesi "amici" per via del petrolio sono coloro che hanno esportato il wahabismo sfruttando il potere dei media che la ricchezza permette di controllare. Chi ha l'informazione modifica il pensiero. E quante volte terroristi e movimenti fondamentalisti come i talebani sono stati finanziati e protetti dall'occidente fino a quando si sono rivoltati contro!

Che tristezza la risposta di una donna in chador  invitata in un seminario a parlare della sua religione alla domanda: ha mai pensato di convertirsi al cristianesimo? "l'alternativa sarebbe solo la morte!". Una musulmana avrebbe risposto con le frasi coraniche : "uomini e donne, cristiani, ebrei e musulmani e chiunque prega nel divino e compie il bene avrà il suo paradiso e non sarà leso da nulla". Convertirsi a che cosa dunque?  Sempre in quel contesto uno domandò perchè fosse completamente coperta dai vestiti. La risposta, apparentemente romantica: "perchè voglio essere amata per il mio cuore e non per il mio aspetto" è di solo interesse psicologico. Una musulmana intanto al massimo avrebbe portato un velo gentile sul capo spiegando che è una tradizione islamica. L'obbligo di portare il velo vale solo in moschea. Avrebbe spiegato che il brano coranico, adeguatamente tradotto, parla di avvolgere e far scendere il mantello sulle parti  intime  oltre la soglia di casa (tutti i beduini del deserto in Arabia, maschi e femmine, portavano una sorta di tunica che permettesse di coprire anche il volto dal sole e dalla sabbia). In altre parole fuori dalla tenda il Corano sconsigliava alle donne di uscire nude come succedeva prima. La cosa più triste è che il professore di quel corso, un prete, dichiarava di aver capito cosa fosse veramente l'Islam!

Purtroppo il wahabismo ha condizionato perfino quell'aspetto mistico e intelligenziale dell'Islam che era il sufismo. Maestri sufi che dicono agli adepti che fuori dall'Islam si è dannati, altri che impongono ai loro discepoli di fare il ramadan in ogni luogo in base alla sorgere e tramontare del sole, cosa che va benissimo in equatore, nei tropici ma diventa incongruente se non impossibile nelle altre zone dove può esserci un giorno di sei mesi e una notte di altrettanto. La soluzione più logica in quei casi è quella convenzionale delle 12 ore e di lasciar libero chiunque di scegliere il modo. Che pena veder ridotto quel nobile sentiero attraversato da uomini e donne disinibite nello spirito, ricercatori liberi del divino, a luogo di condizionamenti psichici e rigidità dottrinali. Grazie a Dio non sempre è così, la luce e la saggezza anche se rara non può mai svanire nel nulla.

Si parla della civiltà in generale che viene a mancare, non questa o quella in particolare. Certo è che quell'Islam pluralista, illuministico del medioevo, quello mistico che inneggiava alla libertà di pensiero e di ricerca, che vedeva satana nell'ignoranza, che spronava alla ragione e alla tolleranza, alla protezione della cultura, dell'ambiente e dei luoghi di culti di ogni religione, questo Islam pure lui sta arretrando a causa dell'unico dio il cui culto sta facendo morire questo pianeta sovraffollato, sfruttato e avvelenato. Il dio denaro.

Nazzareno Venturi
 

 

 

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